Passato e Presente - anno I - n. 5 - set.-ott. 1958

Commissioni interne e controllo operaio 551 Sembra infatti che talvolta l'urgenza di anticipazione, l'esigenza di una immediata « generalizz~zione » induca a un troppo rapido passaggio dall'àppello ad u~a piu aderente conoscenza del capitalismo moderno e a una piu spregiudicata utilizzazione delle moderne esperienze sociologiche nella lotta concreta e quotidiana dei lavoratori, alla richiesta di elaboràzione di una nuova « metodologia consiliare ». Se il salto è . troppo brusco, se manca il momento della verifica sul terreno della lotta sindacale e degli istituti concreti esistenti, si corre il rischio di colmare il vuoto o colla semplice a11alisi storiografica delle esperienze passate, o con la contrapposizione astratta di « nuovi istituti » affiancati idealmente a quelli che già esistono, lasciati « come sono», proprio perché giudicati co1rispondenti ad un « altro piano))' estraneo al dibattito. Accade cos1 che l'appello alle citazioni gramsciane possa erroneamente sembrare operato piu per un gusto filologico e di esegesi scientifica dei testi che per effettivo richiamo all'unico tipo di interpretazione non ortodossa, che consiste appunto nel non dare mai per « costanti >> gli istituti politici, e nel prospettare sempre trasformazioni struttÙrali prendendo le mosse dagli organismi esistenti e dai problemi concreti attuali della lotta della classe operaia. Anche per questo motivo ci sembra che al discorso sui nuovi istituti e sul controllo potrebbe giovare il prendere le mosse anche dal problema delle C. I. e della struttura dei sindacati. É indubbio che le difficili alternative concrete proposte, nell'attuale situazione sindacale italiana, dalla divergenza di vedute di fronte alla prospettiva di un intervento legislativo in sostegno del potere contr'lttuale dei lav<;>ratori,dalla preoccupazione di fronteggiare nuove proposte di strutture sindacali «autonomistiche>> di ispirazione padronale, dalla necessità di soluzione unitarie, vincolano e ostacolano in una certa misura questo piu circoscritto dis~orso. Ma se tali preoccupazioni possono giustificare una certa cautela nella pratica azione del sindacalista, non sembrano legittimare nel dibattito teorico l'omissione di questo aspetto del problerna. Poiéhé il passaggio dalla analisi storica di un « passato >>alla anticipazione di un « futuro >>non può mancare di inserire. coerentemente nel dibattito teorico una proposta di interpretazione e soluzione di un « presente », a pena di vedere questo ancora una volta riservato solo alla « concretezza pratica >>dei politici- o peggio all'insidia di un « sindacalismo moderno» ispirato, ma anche controllato dalla parte piu avanzata della classe capitalistica. - Bi_blioteca Gino Bianco

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