Carlo Poni un'alta quota della produzione con la quale incrementare, nel periodo dei primi piani quinquennali, il fondo di accumulazione socialista. Con la abituale franchezza Stalin diceva che « primo comandamento >> delle aziende collettive era quello di eseguire gli impegni assunti rispetto alle consegne d1 grano allo Stato 1 • Il principio della priorità degli investimenti nell'industri 1 pesante, principio che è alla base della costruzione del socialismo nel1'URSS, determinò poi una ripartizione del reddito nazionale fortemente sfavorevole all'agricoltura. Non che i responsabili della pianificazione intendesEero costruire la grande industria sfruttando il settore agricolo. Tutti i piani, dal I al IV, prevedevano accanto a un forte sviluppo dell'industria un notevole incremento della produzione agricola. Però questi piani non poterono essere realizzati. L'agricoltura non fu sacrificata solo alla industrializzazione, ma anche alla modernizzazione del paese, agli investimenti nei servizi pubblici (scuole, ospedali, strade, ecc.) e ai consumi collettivi (ca~e di riposo, assistenza sanitaria, ecc.). Anche gli errori dei pianificatori finirono per giocare contro l'agricoltura, molto indietro nella scala della priorità. In sostanza l'agricoltura fu depauperata da una fiscalità eccessiva e posposta, negli investimenti di capitale, alle esigenze degli altri settori 2 • Dopo la morte di Stalin, in particolare dopo il 1953, l'agricoltura sovietica è entrata in una fase di rapido sviluppo. In pochi anni tutti i settori della produzione agricola, in particolare quello zootecnico, hanno subito notevoli incrementi. I seguenti dati, pubblicati nel 1958, sono un'ampia testimonianza dei successi ottenuti. « La produzione globale dei cereali negli ultimi quattro anni è aumentata del 27% rispetto ai quattro anni precedenti. Nello stesso periodo il raccolto globale di patate è aumentato del 14 %, quello degli ortaggi del 39%, della barbabietola da zucchero del 37%; del lino a fibra lunga del 91 %; del cotone gezzo del 13 %. È aumentato anche il numero dei capi d-ibestiame: in data I gennaio 1954 il numero dei capi bovini ammontava ·a 55,8 milioni (di cui 25,2 milioni di vacche), a 33,3 milioni quello dei suini e 99,8 milioni quello degli ovini .. In data I gennaio 1958 si avevano 66,7 milioni di capi bovini (di cui 31,4 milioni di vacche)., 44,3 milioni di suini, e 120,1 milioni di ovini >> 3 • 1 Cfr. S. N. PR0K0Pov1c, op. cit., p. 171. La citazione è tratta da un articolo di Stalin pubblicato sulla « Pravda >>. 2 I successi della meccanizzazione non devono trarre in inganno. Servirono per colmare gli enormi vuoti creati dalla distruzione del bestiame da lavoro negli anni della collettivizzazione. Secondo Dobb (op. cit., p. 298) « Supponend~ 1~ potenza. di un tratt~re pa:i ali~ capaci~à lavorativa di una coppia di cavalli, 11 potenz1~le c_omple_ss1~0d1 trazione animale e meccanica dell'agricoltura era nel 1932 1nfer1ore d1 circa un sesto a quello del 1929; questa deficienza venne pienamente colmata solo dopo il 1935 >>. 3 N. S. KRusc1ov, Sviluppo dei colcos e riorganizzazione delle SMT in « L.e vie del soci:dismo )), 1958, n. 3, p. 7. ' Biblioteca Gino Bianco·
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