Proble1ni dell'agricoltura sovietica 577 Lo scambio dei prodotti avrebbe dovuto permettere al potere centrale o a qualsiasi altro centro economico sociale di « abbracciare tutto il prodotto de~la produzione sociale nell'interesse della società )) 1 • Con questa analisi, _dotata di una forte coerenza interna, Stalin mostrava di aver capito che l'agricoltura (proprietà colcosiana e circolazione mercantile) era il settore piu debole dell'economia sovietica, quello in cui le forze produttive inLontravano maggiori ostacoli al loro sviluppo. Ma errava profondamente quando indicava nella pianificazione statale lo strumento con cui superare i ristagni tecnico-produttivi. Le cose stavano, in certo senso, proprio all'opposto di come Stalin immaginava. L'ostacolo maggiore allo sviluppo delle forze produttive (soprattutto nell'agricoltura) era proprio nella pianificazione statale troppo rigida e centralizzata, coercitiva e fiscale piuttosto che organizzativa, forma che non corrispondeva piu al grado di sviluppo delle forze produttive. Certo Stalin vedeva giusto quando diceva che bisognava trasformare « gradualmente )) la proprietà colcosiana in proprietà di tutto il popolo. Solo che concepiva questa trasformazione con un semplicismo eccessivo. Non capiva che non si sarebbe potuto «liquidare)> la proprietà colcosiana senza trasformare, senza cambiare gradualmente i rapporti di produzione inerenti al colcos che si erano oramai trasformati in un grave ostacolo allo sviluppo tecnico-produttivo. Non capiva che il ristagno della agricoltura era il freno 1naggiore ( 1952) tanto a un ulteriore generale sviluppo della economia sovietica quanto al superarpento delle differenze fra la proprietà di tutto il popolo e la proprietà colcosiana. Per imprimere all'agricoltura un impulso decisivo, in modo da ridurre la « palese sproporzione tra il rapido sviluppo delle esigenze della popolazione e il livello della produzione )> - livello oramai tanto basso da « frenare l'ulteriore sviluppo dell'industria leggera e alimentare >> 2 - l'at~ tuale gruppo dirigente del PCUS che si raccoglie attorno a Krusciov ha operato nel senso opposto a quello indicato da Stalin. Per Krusciov la pianificazione « troppo centralizzata » non solo impediva la distribuzione delle culture agricole secondo « le condizioni economiche, climatiche e pedo~ogiche » e secondo « l'esperie~za di lavoro della popolazione locale >>, ma frenava « l'iniziativa creatrice dei colcosiani » e indeboliva « il loro interesse a elevare il rendimento delle culture» 3 • Sulla base di questa ana~ lisi si è sviluppata la politica delle riforme. La pianificazione statale, colpita prima negli eccessi fiscali piu virulenti, sfrondata poi delle inutili ramificazioni frutto di fantasie burocratiche, è stata ridotta in seguito all'essenziale (dopo il 1955 il piano statale si limitava a calcolare i mezzi tecnici messi a disposizione dell'agricoltura e il volume dell'imposta in natura). 1 G. STALIN, op. cit., p. 29. 2 · N. S. KRusc1ov, Per t!na rapida ascesa ecc., p. 19. 3 N. S. KRusc1ov, Questioni, ecc., pp. 47-49. Bi.blioteca Gino Bianco
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