Passato e Presente - anno I - n. 5 - set.-ott. 1958

Commissioni interne e controllo operaio con la parte padronale » a condizione che l'organismo di fabbrica sia da una parte in condizione di affrontare i termini della. contrat~azione in base ad una visione ed un piano a lungo respiro della politica di ·sviluppo e quindi della politica sindacale corrispondente, e dall'altra é1 condizione che esso sia, dai sindacati stessi, riconosciuto capace di « rappresentare », di guidare in lotta, di « impegnare >>anche a lungo termine (in relazione all'allungamento dei piani di politica produttiva .nel capitalismo moderno) gli operai dell'azienda. E' chiaro che ciò implica una visione piu moderna e complessa della struttura della rappresentanza sindacale di base, e al limite del suo inserimento organico negli altri istituti politico-sindacali (e se si preferisce si potrà in tale senso, al limite, parlare di « nuovi istituti >)>, ma a tondizione che resti chiaro che il problema dei « nuovi istituti >>e del « con- . trollo >>può essere affrontato in modo autentico nella situazione attuale soprattutto sul piano « di classe >>del rafforzamento del potere contrattuale di base, e non (o per lo meno non solo) attraverso la via di affiancamento alla C. I. 'all'interno o al di fuori delle aziende, di nuovi e diversi organismi promossi artificiosamente dall'alto o dall'esterno. Perciò il negare che la strada del «controllo)> passi attraverso l'ampliamento dei poteri delle C. I. sembra portare apparentemente piu avanti, ma in realtà rischia di portare piu indietro, e piu distante d·il suo autentico terreno di classe, la rivendicazione del «controllo>>. Sul problema dei poteri, del riconoscimento giuridico delle C. I., dei suoi rapporti col sindacato, come noto, le posizioni prevalenti della C.I.S.L. sono oggi ancora sostanzialmente negative; le posizioni della C.G.I.L., piu avanzate, sembrano ancora abbastanza caute e lontane da u11asoluzione coerente, legate come sono dalla preoccupazione di una politica unitaria a livello delle confederazioni; anche la recente proposta di legge degli on. Novelli e Santi esclude chiaramente una capacità della C.I. di procedere ad una contrattazione collettiva aziendale. Le molte cautele sembrano comprensibili (se non del tutto fondate) alla luce della complessa diplomazia attualmente esistente nei rapporti fra i tre sindacati, ma sembra altrettanto logico che chi si batte per le soluzioni piu avanzate di «controllo», di « nuovi istituti>> e di anticipazione di nuove forme di potere operaio, di fronte ai problemi concreti e attuali, non venga a trovarsi, non si_dice a fianco di talune argomentazioni dei sindacalisti cattolici, ma anche semplicemente sul piano delle attuali posizioni ufficiali del sindacato di classe nei confronti dell'unica valida e vitale espe.rienza oggi sussistente di democrazia operaia diretta. In tal cac;o Biblioteca Gino Bianco

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