Segnalazioni o dell'ideale dell' « uomo come tutti gli altri >> è un fatto, inevitabile per chi nasce nell' èra e nel paese della religione del consumo, presente e operante come l'umidità dell'aria, o è invece un mito ufficiale, una ideologia, sia pure negativa, antiteorica e semicosciente, a cui l'individuo cer:ca di adeguarsi, ma che non gli è connaturata? La folla solitaria e Visi nella folla vogliono fissare certe necessità storiche ·ed economiche per poi mettere a fuoco l'adeguatezza di eventuali tecniche educative o di azione politica; si considerano una esortazione al realismo : prin1a di far politica, pensate a vedere l'atteggiamento verso la politica dei vostri eventuali sostenitori. Ma il realismo non indica una sola via; una volta osservati certi fatti, pretendere di .accettarli per considerarli inevitabili, è l'illuminato cammino di ogni conservatorismo che si rispetti. Invece, ogni azione politica non conservatrice, proprio perché non pretende di osservare soltanto i fatti, ma di criticarli, in qualche modo li oltrepassa; e un criterio « archeologico >>come si definisce quello del Reisman non è il piu adatto a registrarne il senso e la collocazione. Dire con questo che l'autore avrebbe dovuto servirsi di premesse teoriche ché non sono . 1 e sue sarebbe facile e inutile, ma rin1ane questa obiezione: nella pretesa di rimanere al di fuori delle ideologie, cercando di spiegare forze e staticità politiche attraverso fattori ambientali, equilibrio o squilibrio delle tendenze sadiche o masochiste degli individui, perché collocare tra i fatti l'etica sociale deteriore, ufficiale, del conformismo ai « valori della co1nu~ nità >>?E perché voler collocare all'interno della « eterodirezione >>anche le prospettive di sviluppo diverse dal conformismo? Perché i valori ufficiali del conformismo vengano denunciati come miti, BibliotecaGino Bianco. bisogna non contrabbandarli come fatti, e tener conto che i miti non sono necessariamente dottrine con un certo corpo di teorie. Questa premessa non è abbastanza delineata o sentita in questa ricerca, e ciò contribuisce a nutrire dubbi sulla prevalente staticità deterministica del panorama che essa offre. Sono valutazioni sommarie, come l'opera non merita; ma in ogni caso un suggerimento a consultarla e tenerne conto. e. f. A proposito di Riesman. Qualche anno fa, quando già La folla solitaria e Visi nella folla erano diventati best-sellers, uno dei piu celebri rigorosi sociologi americani, parlando di Riesman diceva: « Si, è una persona molto intelligente; adesso da qualche tempo si è deciso a studiare seriamente sociologia e forse diventerà un buon sociologo >>.Gli ambienti ufficiali della sociologia an1ericana hanno infatti per molto tempo considerato Riesman un « outsider >> se non proprio un dilettante. Le ragioni non sono solo quelle evidenti, dovute all'aspetto troppo poco formalizzato e invece troppo letterario dei suoi scritti; alla sua metodologia non tradizionale, se non addirittura balzana, e certo molto .co1nposita; come del resto son composite, e in modo appariscente, le sue fonti culturali, che vanno da Freud a Veblen, da Weber a Erich Fromm, ecc. C'è di più, c'è, diremmo, dispetto ed imbarazzo di fronte a un'opera che mette in piazza in maniera sfacciata (ma non senza un'abilità e una raffinatezza di analisi particolari eccezionalmente brillanti) quello che normalmente il sociologo professionale sa, ma non dice, sull'attuale fase della società americana,
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==