Segnalazioni senza dubbio. Ma vale per Merleau come per Sartre l'esigenza di osservare come le leggi obbiettive della storia operino su una collettività e sui singoli membri della stessa che le esprimono ed applicano. Il pensiero cattolico francese continua sulla falsariga di Maine de Biran lo svi1 uppo delle tendenze spiritualistiche. È proprio del cattolicesimo contemporaneo il tentare la difesa di posizioni di trascendenza non piu su basi di stretto rigore teologico-ortodosso, ma rifacendosi a un in tin1ismo genericamente cristiano cui l'esperienza esistenzialistica, pur nella sua fonte originaria ereticale, può offrire nuova esca. Questa è per un pensiero cattolico in generale prova di· debolezza, ma lo è in specie per il cattolicesimo francese, che annovera .una tradizione illustre. Le prove della religiosità si presentano in questi filosofi come esperienze della coscienza, un· raccogliersi in se stessi : « a tutti è dato ritornare in se stessi e lasciare parlare l'interiore maestro che vive in noi ». Le Senne, Lavelle, Marce!, svolgono questo tema. Ed è ovvio osservare che è un tema permeato di misticismo che, specie in Marce!, assume tutte le -colorazioni del misticismo tradizionale, ivi compresa la fisica sensualità. Nota giustamente il Valentini che l'ascesi di Marce! è una ascesi « inframondana », « carnale )), è un affinare i sensi per superarli in una esperienza ultrasensibile. Ma lo strumento usato ben lega alla terra ed hà della terra tutta la corposità. Si tratta di un pensiero che, avvertendo l'inadeguatezza dei vecchi strumenti teologici di fronte al pensiero moderno, tenta di farci fronte attraverso le analisi spiritualistiche, fenomenologiche e metafisiche, frutto di quel pensiero stesso che ebbe per larga parte la sua matrice nel protestantesimo. È un'esperienza ben debole sul piano del pensiero, poiché il Biblioteca Gino Bianco. cattolicesimo viene ad avere la sola configurazione di un anelito al trascendente e di uno svilimento dei lati veramente positivi della mondanità: la storicità delle esperienze come affermazione della libertà umana. Si tratta del resto di una condizione comune al pensiero cattolico europeo, probabilmente ancora aggravata quando si passi dalla Francia all'Italia. Non si può chiudere questo esame sénza ricordare il capitolo che il Valentini dedica a Eric W eil. È ben fatto, e fa toccar con mano l'importanza della personalità del W eil. Si può pienamente concordare col giudizio del Valentini, che vede nell'opera del Weil « una filosofia a nostro giudizio tra le piu ricche e profonde del pensiero francese e non solo francese del nostro tempo ». E anche se il Valentini attende che il Weil raggiunga quelle posizioni piu schiettamente storicistiche ch'egli idoleggia, si può intanto osservare che la prova già data è di rara e misurata vigoria speculativa proprio perché niente ha concesso a molte facili tendenze filosofiche del dopoguerra. Il W eil, al di là dei suoi stessi orientamenti, ci è di esempio ·per la severa educazione agli studi che gli consente di niente concedere a quell'improvvisazione dei problemi e de1le soluzioni che ha costituito nota comune di molti studiosi di filosofia negli anni del dopoguerra, in Francia e altrove. •m. c. DA VID RIESMANN: Visi nella folla, Società Editrice Il Mulino, Bologna 1957, pp. 1054, L. 6000 (trad. di Pietro Trimarchi). Faces in the Crowd, uscito in Ame"' rica nel 1952, è una lunga documen-. tazione, applicazione e tentativo di conferma delle teorie avanzate nel1' altro libro degli stessi autori, The
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