660 Alberto Caracciolo nazionalistici, quell'amicizia rischia di perdersi, in una gara al miglior offerente nella quale gli americani hanno ancora molti numeri per prevalere. Ed allora non è da escludere che la trasformazione delle strutture di questi paesi in senso piu rnoderno avvenga sotto l'insegna statunitense, che è quella di un capitalismo monopolistico e aspramente anticomunista, in un modo cioè che ritarderebbe di un lungo periodo le speranze socialiste per il mondo arabo. Rivoluzione democratica significa evidentemente in primo luogo, per il - Medio Oriente, costruzione di una economia nella quale il fatto industriale diventi centrale, e nella quale la società contadina prenda diretto possesso oella terra. È un processo faticoso, dato il basso punto di partenza, e alla soluzione di esso potrebbe a un certo punto dedicarsi lo stesso sistema di « aiuti)) americani, tagliando fuori con la repressione le forze di sinistra che lo rivendicano per poggiare invece sui « colonnelli )> e su strati di notabili filo-occidentali. Mettere in moto un rapido fenomeno di industrializzazjone e di riforma agraria resta dunque compito che il movimento operaio arabo non può lasciare nelle mani degli attuali governanti per il sol fatto che essi siano saliti al potere come « antimperialisti ))' ma deve esso stesso sospingere, controllare, determinare ad ogni momento. · Ma condizione per questo rivolgimento di struttura è a sua volta l'altro _aspetto di una rivoluzione democratica: la acquisizione di ampie libertà politiche e civili. Non si può essere indifferenti o indulgenti verso il fatto che i regimi di Nasser o Kassem o Saud abbiano posto piu o meno esplicitamente fuori legge i partiti e governino in maniera assolutistica. Sotto questo aspetto è da segnalare come sia stata o sia piu ·vivace la vita partitica e pa1lamentare là dove si è avuta dominazione francese: Siria (col suo forte partito del Baas), Libano, Algeria, Marocco. Eppure la dittatura militare (sperimentata del res~o anche in nazioni vicine come la Turchia e l'Iran, anche se col ~egno opposto di un bellicoso antisovietismo) sembra diventare il modello per tutti, anche per il prestigio che ha ormai la vicenda egiziana agli occh_idei popoli fratelli. Non possediamo tutti gli elementi per giudicare tlell 'azione condotta, su questo terreno, dai singoli partiti socialisti e comunisti illegali, ma ci setr1:brache essi debbano avvertire vivamente i pericoli di questa situazione, e non possano rassegnarsi al silenzio neppure per discutibifi ragioni di opportunità internazionale. Il movimento arabo di liberazione nazionale, checché ne possa dire una propaganda un po' troppo spicciola, resterà lontano da ogni significato socialista se non sarà in egual misura un movimento di rinnovamento democratico. Finché cosf non sia, o sia solo confusamente, non dovremo stupirci nel vedere questo o quel governante islamico oscillare 'fra i viaggi a Mosca e gli omaggi a Washington, o di scoprirne a un tratto il fondamentale atteggiamento antioperaio. E ci capiterà di portare di volta in volta questo o quel Nasser dalle stalle alle stelle e di poi di nuovo alle stalle. ' . Biblioteca Gino Bianc0.
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