Commissioni interne e controllo operaio 557 nalisi critica della vicenda dei Consigli di gestione in Italia (che fu oggetto di una proposta di riesame, subito interrotto e riassorbito, in sede degli stessi istituti culturali comunisti dopo il XX Congresso) non -può forse risolversi completamente nella verifica della incompatibilità tra una determinata concezione e struttura del partito e una obbiettiva azione « consiliare )), della contradditorietà tra una impostazione anche strutturale di questi organismi (organi misti di cogestione, e non organi di soli lavoratori di controllo) a fine di collaborazione e di ricostruzione, e una riserva mentale di attesa di una soluzione di violenza rivoluzionaria, degli errori di una strumentazione dei tecnici ai fini di una politica di alleanza al partito-guida, della impreparazione delle élites (?peraie seleziona te politicamente dalla resistenza, della loro incapacità di intuire e anticipare i nuovi problemi del processo produttivo nel capitalismo moderno. Tale esame qovrebbe probabilmente essere completato vagliando quali influenze abbia esercitato la presenza e la forza delle C. I. stesse, in che limiti la· naturale spinta delle C. I. ad affermarsi come nuovo e piu moderno e adeguato strumento di rappresentanza operaia dal basso, entrasse in contraddizione da una parte con il sindacato e dall'altra con i nuovi organi di partecipazione alla gestione. In contraddizione con il sindacato, che si istituzionalizzava con struttura, poteri e funzioni identici a quelli della esperienza prefascista, e perciò stesso inadeguati alle nuove esigenze della lotta economica; in contraddizione d'altra parte con il tentativo operato dai partiti operai · di istituzionalizzare, sotto la forma di coesistenza di due diversi istituti affiancati all'interno della fabbrica, la coesistenza stessa dei due tipici momenti della lotta operaia che palesano piu acuta contradditorietà nella fase di passaggio da una situazione di avanzata e di movimento ad una fase di riflusso: il momento politico ricostruttivo-collaborativo e il momento politico eversivo-rivoluzionario. Questa coesistenza veniva proposta precisamente nelle fattezze, a_sua volta duplici, di un C.d.G. (sotto un aspetto anticipatore di un potere di direzione operaia e sotto l'altro aspetto collaboratore ad una ricostruzione borghese) e di una C. I. (sotto un aspetto organo di diretta espressione della lotta, della contrapposizione degli interessi di classe, e sotto l'altro aspetto organo investito della funzione di risoluzione dei « problemi minimi >>di una tematica rivendicativa ricondotta 'per la sua stessa natura al riconoscimento di un potere esclusivo di direzione padronale nell'azienda). In definitiva fu la stessa «doppiezza>> implicita nella guida poliBiblioteca Gino Bianco I
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==