.. l acques Howlett La nuova serie di « Présence Africaine ))' cominciata nella primavera del 1955, si apre nel primo numero con un testo che esprime la volontà comune del comitato di redazione della rivista: « Tutti gli articoli saranno pubblicati con una riserva... Non dovranno tradire né la nostra volontà antirazzista,. anti-colonialista, né la solidarietà dei popoli colonizzati >>. E sullo stesso tono è fatto appello all'unità: « Cristiani e Mussulmani, progressisti e nazionalisti, pagani e atei devono evitare di soflermarsi sulle particolarità ideologiche o confessionali degli altri. Ogni collaboratore, mantenendo la sua personalità, ricorderà che ciò che ci distingue è assai meno di ciò che ci minaccia o ci manca. È venuto il momento, imposto dalle circostanze, in cui i particolarismi devono cedere il posto alle questioni di fondo piu generali >>. Il legame tra politica e cultura è ripetuto ancora una volta: « Le nostre comuni aspirazioni nazionali sono il fondamento stesso della nostra unione di fronte a un deplorevole colonialismo. Sono anche la via della costruzione positiva, specialmente in materi:1 culturale. Non vi è produzione o iniziativa culturale senza sicurezza o chiarezza, senza quella memoria della nostra personalità che, sola, può garantirci libere istituzioni politiche ... Nostro scopo è di incoraggiare le culture nazionali e il risveglio delle coscienze, l'attività costruttiva degli Africani e la libera circolazione delle idee, di suonare l'allarme e di segnalare il pericolo nel campo politico, economico, sociale e culturale >>. Questi pensieri erano riaffermati nel numero seguente; e in verità come potrebbe espandersi una cultura nell'alienazion~, in una situazione che fa dell'Africano un essere estraneo al suo passato e passivo di fronte al suo avvenire, tagliato dunque dal meglio di se stesso e del mondo? « Ogni bellezza, ogni spiritualità ha bisogno di incarnarsi in un popolo, in un contesto sociale che ·si sviluppi liberamente. La coscienza nazionale non è un superfluo abbellimento. Al contrario, la valorizzazione del gruppo sociale è la fonte dei valori universali ». · Nel n. 4 di questa serie, Alioune Diop nel suo articolo Colonialismo e nazionalismo · culturale sottolineava energicamente il valore di un certo nazionalismo: « Il nazionalismo, nella misura in cui non rivendica che la libertà della cultura e delle istituzioni nazionali, è garante della qualità ~ella cultura umana in genere. Se si deve tendere a dare ad ogni cultura un'apertura che le permetta d'interessare tutti gli uomini, è altrettanto importante lasciare ad ogni comunità culturale le basi indispensabili che sono le tradizioni, la storia e la libertà nazionale. È semplicemente questione di onestà far rivalutare le culture nazionali dai popoli interessati >>. Cosf non crediamo di" sbagliare, il nazionalismo come qui lo si intende è pensiero e relazione con l'universalità della cultura umanistica. Se l'Africano rivendica il riconoscimento della sua originalità da parte degli altri, se pretende espandersi e indirizzarsi liberamente, è perché non si potrebbe immaginare la promozione all'universalità dei valori nella dipendenza economica e morale, giacché lo schiavo è tagliato fuori da tutti i valori, il mondo va senza di lui, la çulBiblioteca Gino Bianc0.
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