/acques Howlett (sette numeri apparvero in quel periodo), cercava soprattutto di approfondire ed illustrare le sue idee essenziali. Era anche l'occasione per far conoscere per la prima volta poeti, romanzieri e saggisti africani che narravano il passato ma anche l'avvenire del loro paese, per provocare una feconda inchiesta sul « mito del negro >> (nn. 2 e 5), per instaurare una palestra di discussioni intorno al libro di Padre Tempels, La filosofia Bantu, opera importante edita a cura della rivista (n. 7). Cosf, per la prima volta, l'Africa nera si esprimeva in una rivista di larga risonanza: e non solamente l'Africa, ma il mondo nero tutt'intero, giacché già Richard Wright, Gwendolyn Brooks, Horace R. Cayton, Peter Abrahams, E. F. Frazie, C. L. James, S. W. Allen, Franck Marshall Davis, Vera Buch avevano avuto occasione nella rivista di mostrare le diverse· facce del gran fenomeno comune che l'umanità bianca, purtroppo, quasi sempre ha lasciato irrisolto: la gente di colore nel mondo. In tal modo i neri, sul piano della loro riflessione intellettuale, della cultura e dell'arte assumevano i loro problemi, prendevano in mano il loro destino. Per questo non si deve trascurare, credo, questa prima serie di « Présence Africaine »; per modesto che fosse lo sforzo tentato in questi primi numeri, dimostra però quel coraggio che è proprio di ogni presa di coscienza e di ogni affermazione di sé, quella generosità che sa proporre la volontà di un dialogo fra uomini liberi. Da preoccupazioni di ordine pratico. ma anche dalla esigenza di una riflessione piu spinta su argomenti che « Présence Africaine » non aveva fatto che suggerire, derivò allora la decisione di cambiare un poco la presentazione e la periodicità della rivista. Questo periodo, che all'ingrosso va dal 1950 al 1954,. potrebbe essere definito come guello di un'analisi in profondità di alcuni aspetti della realtà africana. Materialmente ciò prese l'aspetto di pesanti numeri speciali riguardanti ognuno una particolare questione: l'arte, il lavor-0 in Africa Nera, Haiti, gli studenti negri ecc. Questa serie si aprf con una veduta panoramica del mondo negro. L'opera che apparve sotto questo titolo (Il Monda Nero), nata dalla collaborazione di scrittori e di uomini di scienza africani cosf come europei, rappresentava un notevole sforzo di sintesi tra le diverse manifestazioni culturali del continente africano. Ancorato in un passato meraviglioso, complesso, di cui si dovevano esprimere la tenace presenza e le multiple facce, aperto a sviluppi e problemi inquietanti di un mondo in cammino, esso dava una valida immagine dell'Africa. · Ci fu poi il volume sull'arte negro-africana, che resta un eccellente contributo alla conoscenza della visione estetica africana. E in quel periodo, la rivista finanzia e supervisiona un cortom.etraggio sull'arte negra: Anche le statue muoiono, d'Alain Resnais et Chris Marker, opera mirabile di cui la censura francese interdisse e continua a interdire la diffusione a causa de 1 suo carattere nettamente anticolonialista. Biblioteca Gino Bianco. ..
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