Quarta Internazionale 501 di un paese economicamente arretrato e in condizione di isolamento in un mondo rimasto capitalista. La Rivoluzione d'Ottobre ha segnato, secondo Trotzkij, un salto qualitativo, il passaggio dal potere borghese al potere proletario. Ma questo salto qualitativo -- storicamente neces.sario e insopprimibile - è ben lungi dal risolvere tutto e in realtà non costituisce che una premessa dell'edificazione socialista. Tanto piu in un paese a sviluppo industriale limitato e basato su di una economia contadina priva quasi completamente dei mezzi della tecnica moderna. Nella fase post-rivoluzionaria gli elementi di collettivismo si affermano, mentre ·~pravvivono - e in settori importanti - elementi di capitalismo. Le vecchie classì hanno perduto il potere politico - e si tratta certo di una leva essenziale - hanno perduto certe loro posizioni-chiave, ma sono ben lungi dall'essere scomparse, in pri!Ilo luogo nelle campagne. Nella situazione della NEP - che è la situazjone in cui ha cominciato a svilupparsi la critica di Trotzkij - l'elemento c~llettivistico era rappresentato dall'industria nazionalizzata, mentre la nazionalizzazione della terra e il monopolio del commercio estero costituivano due altre fondamentali garanzie per lo stato proletario. Ma, di contro, nella stessa economia industriale-cittadina sussistevano elementi di economia capitalistica di cui i cosiddetti nepman erano la figura caratteristica, mentre nell'economia agricola il kulak aveva ancora una parte di primo piano e rappresentava un altro elemento squisitamente capitalistico. Dal contrasto tra tutti questi settori e tra le forze sociali che li rappresentavano è stato caratterizzato il periodo che va dall'inizio della NEP ai piani quinquennali e alla collettivizzazione. Ma accanto a questi gruppi sociali tradizionali si veniva sviluppando un gruppo nuovo che non è possibile definire meglio che con l'espressio~e comprensiva di buroc;razia. La burocrazia era costituita da coloro che occupavano funzioni dirigenti a vari livelli, prima di tutto nell'apparato statale ed economico, in secondo luogo nel partito e nei sindacati. t ovvio che, dato che nella fase di transizione determinate funzioni sono oggettivamente necessarie e ineliminabili, in una certa misura la burocrazia è un «male>> inevitabile. Ma a questo punto si impone una distinzione fondamentale su cui non si può dire non avessero richiamato l'attenzione i classici del marxismo, e Lenin in particolare. La burocrazia - entro certi limiti, peraltro variabili da un paese all'altro - è storicamente necessaria. Ma appunto per questo è necessario stabilire certe misure che limitino la portata del fenomeno. Sia Marx ed Engels che Lenin riassunsero queste misure nei termini seguenti : a) eleggibilità e revocabilità ad ogni momento degli operai e degli impiegati delegati a funzioni burocratico-direttive; b) retribuzione dei funzionari non superiore al salario degli operai; e) assolvimento di funzioni di controllo e di sorveglianza da parte di tutti, cioè esercizio temporaneo e successivo, da parte di tutti, di funzioni « burocratiche ». · . In uno stato proletario in cui vigano norme di questo genere, le funzioni burocratiche. continuano ad esistere, ma non si crea uno strato privilegiato di burocrati con interessi propri in contrapposizione a quelli delle masse operaie e contadine. Diversamente vanno le cose là dove queste norme restino lettera morta : le funzioni burocratiche creàno una burocrazia che a poco a poco si assicura una condizione privilegiata e si consolida progressivamente ai danni delle masse. Nell'URSS post-leniniana. lo sviluppo è stato di questo secondo tipo. Le con• 32 Biblioteca Gino Bianco
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