49° Edgar Morin far ammettere tanto ai coloni d'Algeria quanto alla reazione francese e all'esercito una soluzione patteggiata della guerra d'Algeria; c) parlamentari e uomini politici di vari partiti, i quali considerando che l'ascesa al potere di de Gaulle sia inevitabile, ritengono sia conveniente inserirlo nel quadro del Parlamento, con un minimo di scontri possibili, per ammortizzare lo choc portato alle istituzioni. Essi pensano che, proponendosi come servitori di de Gaulle, potranno orientarne e cont~ollarne l'esperien.za, e allontanare l'influenza dei militari. Questi astuti del Parlamento sono degli Ulisse che si oppongono al cavallo di Troia militare introducendo i loro puledri nel cavallo, con tutte le risorse dei loro trucchi, in attesa che passi la tempesta, cioè che la crisi . sia superata. Rimanendo presenti attorno a de Gaulle durante la crisi, controllandolo e orientandolo, potranno, dopo la crisi, tornare al gioco normale delle isti- . . tuz1on1. Quindi, nel solco di de Gaulle convergono forze contraddittorie, e queste contraddizioni reali si armonizzano con le contraddizioni dello stesso uomo de Gaulle, diviso tra il de Gaulle· del '40-' 44, il de Gaulle del R:P .F,,., il de Gaulle militare di casta, gli infiniti de Gaulle venendo sublimati dall 'eremita di Colombey-les-deux-Eglises attraverso l'immagine unificatrice che egli ha di se stesso: egli si sente abitato dall'essenza invisibile della Francia eterna. Tutte queste complessità e contraddizioni del .movimento gaullista dànno il via ad una pluralità di ipotesi: - o vedre_mo affermarsi a lungo il potere di un de Gaulle sovrano, che supera le diverse élites che si dividono il potere, stabile arbitro di queste élites del potere, un po' come Luigi XIV arbitro della borghesia e dell'aristocrazia; questo de Gaulle riuscirebbe ad affermarsi come un sovrano costituzionale, e preparereb~e inoltre, per la successione, la restaurazione di un ordine monarchico; - oppure de Gaulle non rappresenterebbe che un momento transitorio della vita francese, nel quale si limiterebbe forse a· risolvere il problema algerino per lasciare il posto o ad un regime autoritario protetto dall'esercito, o al ritorno del regime parlamentare piu o meno corretto. Tra tutte queste ipotesi non bisogna escludere la formazione di un partito-anti-partito, le sue possibilità di una duratura stabilizzazione, ma non bisogna nemmeno escludere le rivalità e le lacerazioni che potrebbero ostacolare il regno del partito totalitario. Ci- sono ancora molte incognite e molti aspetti variabili tra i dati del problema, ed è difficile prevedere con certezza. Potremmo avanzare l'ipotesi della probabilità, molto reale, di una dittatura, e d'altra parte l'idea che la soluzione del problema algerino determinerà la futura evoluzione della crisi. Biblioteca Gino Bianco
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