Passato e Presente - anno I - n. 4 - lug.-ago. 1958

Edgar Morin L'esercito è una casta che concretizza in sé le aspirazioni di rivincita delle vecchie élites; le quali hanno dovuto cedere il posto alle élites delle commissioni, o burocratiche, della IV Repubblica, ed alle élites economiche di carattere cosmopolita o europeista. · Ma, ancora in un altro senso, le nuove élites di tecnici, di managers, di burocrati sindacali, okre a perseguire l'evoluzione che abbiamo indicato, cercano anch'esse di aprirsi una strada verso il potere. Questa strada esse la possono trovare, o nel compromesso con le élites della Repubblica, o nel compromesso con la casta militare, o attraverso manovre autonome che tendono ad eliminare l'una e l'altra. Comunque, nella crisi attuale, se persiste l'apatia delle masse operaie e delle classi medie, e finchè quest'apatia delle masse durerà - sia essa naturale oggi, o imposta domani dalla dittatura - assisteremo al rafforzamento del potere, cioè al dominio intensificato sulla Francia di una élite o di una coalizione di élites. La prospettiva piu detestabile è evidentemente il potere della casta militare. La prospettiva piu suscettibile di evoluzione è evidentemente il potere della nuova élite, malgrado sia cos1 adatta all'esercizio della tirannia. La prospettiva meno pessimista è il conflitto tra queste diverse élites, che porterà ad un certo mome11to una di esse, o piu di una, a tentare l'apertura verso le masse, il che aprirebbe una nuova prospettiva di democra- . . t1zzaz1one. D'altronde, ci sembra che l'esperienza gaullista possa accompagnarsi alla formazione di un partito-anti-partito, di tipo RPF ma modificato, sorta di « Falange >> o « Legione dei Combattenti >> su una base locale solida, che si appoggi sugli attivisti poujado-fascisti e sui galli reazionari di villaggio. Ci sarà senz'altro una grande concorrenza tra gruppi vichisti e gruppi gaullisti, gruppi reazionari e gruppi neofascisti. E forse questa concorrenza, nel1'in~ieme degli altri fattori, impedirà la formazione di un partito unico che rappresenti un duraturo sostegno all'eventuale nuovo regime. Ma il pericolo di una possibilità neofascista che poggi alla base sull'apparato unico di « salute pubblica )), protetto al vertice dall'armata e diretto dalle élites sociologico-economiche, rimane molto reale. Tutto questo indica chiaramente che la sola possibilità democratica risiede nell'antigaullismo. Ma, e ritornerò su questo tema, l'antigaullismo non può limitarsi ad un atteggiamento puramente negativo. Deve elaborare i suoi programmi e le sue prospettive. Per tornare alle considerazioni sociologiche dalle quali eravamo partiti, è evidente che la crisi attuale, mentre esaspera l'antagonismo fondamentale di tutte le crisi francesi degli ultimi due secoli, rivela nuovi antagonismi che possono esser compresi a partire dalle trasformazioni sociali degli ultimi trent'anni, e in particolare di questi ultimi quindici anni. Biblioteca Gino Bianco

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