Passato e Presente - anno I - n. 4 - lug.-ago. 1958

Edgar Morin mente di differirlo. Questo problema forse non è il problema essenziale della crisi, ma è uno dei suoi problemi essenziali. Il movimento gaullista d'oggi traduce in profondità il rifiuto del mutamento europeo, si appoggia sull'esercito coloniale e sul mito della salvezza autonoma della Francia. La confusione è, invece, estrema tra gli anti-gaullisti, tra i quali si confondono europeisti, neutralisti di sinistra, e comunisti staliniani. E questo favorisce i loro avversari, in quanto una parte dei difensori della Repubblica viene attratta su un certo piano dalle prospettive di neutralismo attivo, dal NasserTi.tismo in politica estera, che l'esperienza de Gaulle promette. Da un punto di vista retrospettivo è evidente che l'integrazione europea avrebbe evitato ciò che oggi è il pericolo principale: l'azione sovversiva di un esercito francese autonomo. Su un piano piu vas-to, la crisi attuale è un momento decisivo del mutamento francese: sia attraverso il nazionalismo gaullista sia attraverso l'integrazione auropea, la Francia si mette fuori dalla storia in quanto super-potenza. Da una parte c'è la Francia provincia europea; dall'altra L'è il ripiegamento orgoglioso della Francia solitaria, bandiere al vento, Marsigliese urlata, che conserva in virtu di riti mistico-militari il sogno della sua passata grandezza. Questa Francia sulla scena internazionale può diventare attiva come la Jugoslavia o l'Egitto (quindi piu attiva della Francia attuale) ma cesserebbe di essere uno dei Grandi. Dovrebbe opporsi ai Grandi. Una terza soluzione può, naturalmente, essere intravista sul piano logico: quella di una Francia che alla testa del ·suo Commonwealth giocasse un -ruolo preponderante nell'Eurafrica. Questo progetto, che fu di Mendès, alcuni lo attribuiscono anche a de Gaulle.~ Ma, sociologicamente, la sua improbabilità è diventata sempre piu grande. · 2) La seconda serie di trasformazioni dalle quali è tentata la società francese tendon<? alla costituzione, sulla crosta della formazione tradizionale, di _nuovi rapporti politici. Infatti la Francia, al seguito degli Stati Uniti, dell'Inghilterra e della Germania occidentale, è trascinata in una civiltà -dì classe media o piccolo-borghese, di benessere e di comfort. La classe operaia, se conserva nello stalinismo un mito di sovversione rivoluzionaria, tende, nei suoi atteggiamenti pratici, non piu a capovolgere radicalmente l'ordine borghese, ma a trasformarlo integrandovisi. Una ~orta di unificazione dei costumi e degli atteggiamenti della vita quotidiana comincia a coprire le reali differenze di classe. Di conseguenza il vecchio spirito repubblicano, laico, liberale dell'inizio del secolo, ancora parzialmente vivace nel 1934-36, tra le classi medie, è oggi quasi spento, disintegrato, per far posto ad un malcontento paranoico contro tutto e tutti: è la poujadizzazione intellettuale, fonte permanente di una sporadica poujadiz~a;z,:one politica. I vecchi valori virulenti, rivoluzionari, della classe operaia, ed evoluBiblioteca Gino Bianco

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