La, cri~i'francese Boulanger, l'affare Dreyfus, il colonnello de La Roque, e, infine, Vichy, trionfo dell'esercito battuto). L'esercito in quanto tale gioca un ruolo preciso e determinante in ogni periodo di dittatura, perché, conservato dalle guerre continentali e coloniali, .esso costituisce un corpo massiccio nelle mani di ·una casta ultrareazionaria, che entra in scena ogniqualvolta il regime parla- ' . . . mentare e 1n cr1s1. L'attuale crisi rivela che due problemi-chiave della storia francese ·non hanno potuto trovare una soluzione: la fragilità del regime parlamentare e la realtà del pericolo militare. È indubbiamente possibile pensare che una riforma del regime parlamentare, tendente a rafforzare l'esecutivo, potrebbe permettere al regime di superare le sue contraddizioni e di elaborare le sintesi. Una simile soluzione avrebbe avuto forse il vantaggio di evitare la crisi, ma in periodo di crisi essa rischia evidentemente di preparare la strada alla dittatura militare. Non è che un rischio, naturalmente, o a questo argomento si può opporre l'argomento della contro-offensiva. Ma innanzitutto· una simile soluzione ignora il contenuto delle contraddizioni, e ostacola ogni diagnosi profonda. Tuttavia l'idea di riformare le istituzioni acquista il suo senso; astratto certamente ma rivelatore, in un contesto piu generale, rappresentato dal mutamento della società francese. · Per comprendere la crisi attuale, bisogna riferirsi non solo alle determinazioni fondamentali della storia francese degli ultimi due secoli, ma alle trasformazioni profonde avve__nutedopo la seconda guerra mondiale. Quali sono queste trasformaz~oni? 1) Da metropoli di un grande impero la Francia tende a diventare una nazione europea, e anche una semplice nazionalità in seno alla superna- . z1one europea. Ma questo processo è profondament~ ostacolato dalla multiforme resistenza di interessi nazionali e coloniali, dalla resistenza in blocco dell'esercito che rifiuta di sciogliersi in quanto tale in un'armata internazionale, dalla resistenza del partito comunista. Sul piano ideologico, il vecchio mito nazionale si oppone al processo sociologico, ed anche lo blocca. E non è solo una « parata », infatti il gioco non è ancora terminato: integrazione europea o cristallizzazione neo-nazionale sono ancora due ramificazioni di una alternativa. E forse non è un caso che nella prima tappa della crisi attuale i due antagonisti siano stati un generale nazionalista - Massu - e un cattolico europeista - Pflimlin. Nella crisi attuale è situato il problema interminabilmente rinviato o risolto_ a metà, quello stesso problema ·nel quale è inciampato Pierre Mendès-France, che cercava coscienteBiblioteca Gino Bianco
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