Esami di Stato e scuola laica 477 piu rigorosa dei programmi, che lasciava sempre minore campo alla libera scelta di docenti e discenti, fino a che nel 1936 il De Vecchi ripristinava anche i programmi d'insegnamento classe per classe. Certo non ci fu ministro della P. I. e poi dell'E. N. che non apportasse qualche modifica alla legislazione· sugli esami : lo stesso Gentile si lamentava 1 , che fosse stata « inventata la spiritosa teoria dei ritocchi: ritocchi nei particolari, senza toccare la sostanza >> e che si stesse sempre « a misurare, a pesare e a cincischiare i programmi, col solo effetto di istigare alunni svogliati e mammine tenerissime a sospettare che cos1 come sono i programmi impongano alle nuove generazioni fardelli intollerabili ». E si lamentava anche che « per ragioni di gretta economia » fosse stato imposto (dalle modifiche di Belluzzo) il termine di venti giorni alle Commissioni esaminatrici per svolgere il loro lavoro e che i commissari, tranne ·due, fassero scelti nella sede stessa. Comunque, con la riforma Gentile, i fautori della cosiddetta « scuola libera», cioè i sostenitori delle scuole private e confessionali, avevano ottenuto il loro programma minimo: esami di Stato con commissioni estranee sia per gli alunni delle scuole pubbliche che per quelli delle scuole private. Raggiunto questo obiettivo, eccoli pronti verso altre mete col compiacente appoggio del governo fascista: dapprima col dare un'interpretazione estensiva dell'art. 51 del Regolamento sugli esami del 1925, che concedeva la parificazione 2 ad alcuni istituti magistrali in particolari condizioni; pQi col R. D. 25 aprile 1929 n. 64 7 (primi effetti del Concordato!), estendendo il diritto alla parificazione ad ogni tipo di istituto. Come si vede, i ministri democristiani del dopoguerra hanno trovato il terreno ben prep~rato e non hanno avuto nemmeno bisogno di nuove leggi. E già da allora (anche questo effetto del Concordato?) la Chiesa non si faceva scrupolo di intervenire direttamente nella questione, come dimostra l'enciclica papale del 31 dicembre 1929, che criticava il monopolio di Stato sull'istruzione. Le conseguenze si sono viste specialmente nell'ultimo decennio di governo dei clericali, i quali, com'è noto, ne hanno larghissimamente approfittato: la crisi della scuola di Stato, l'enorme sviluppo della scuola confessionale stanno a dimostrarlo. , Ecco perché l'atteggiamento dei democristiani di oggi verso gli esami di maturità non è piu quello dei popolari del primo dopoguerra:· i rapporti fra scuola statale e scuola privata sono molto mutati a favore della seconda e la parità di trattamento negli esami finali per i provenienti dai due tipi di scuole è anche garantita dall'art. 35 del Concordato. È natu1 N~l discorso tenuto al Senato il 12 aprile 1930. 2 Istituto che. compare qui per la prima volta, mentre il pareggiamento risale alla legge Casat1. Biblioteca Gino Bianco
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