Povertà delle formule pi_ano di fronte agli schemi. Dalla conoscenza piu profonda di questa realtà. secondo un metodo che si confermi scientifico, può solo rinvigorirsi la teoria, diventare incisiva l'azione. Lo avvertiamo vivamente in Italia, dove persino le analisi piu prossime ed acute, come- quella di Gramsci sul rapporto Nord-Sud, non bastano oggi a guidare l'azione, irrigidite come sono in formule e non aggiornate adeguatamente. La classe operaia, antagonista del capitalismo e rivoluzionaria per eccellenza: questo uno dei cardini dell'analisi marxiana del mondo borghese, che non è , dato ritenere superata nel suo significato storico. Ma la situazione italiana da alcuni anni non attribuisce piu alla classe operaia, in molti casi, una posizione direttiva nel movimento. Perché questo? Come vi influiscono mutazioni strutturali o insufficienze politiche? Si tratta di un fenomeno transitorio, o prelude a nuovi schieramenti di classe? Davanti a questa serie di quesiti non si può contentarsi di un rimando ai testi. A meno di non cadere nelle volgari «ortodossie>> difese in Francia a proposito di pauperizzazione dei lavoratori, o di chiudersi nella attesa di « conferme >>che dovranno un giorno venire, e impedendosi intanto di riconoscere le cose, prevederle, dominarle. Lo Stato borghese non si conquista o trasforma, si distrugge semplicemente: questa un'altra affermazione classica, pronunziata all'indomani della Comune di Parigi e ribadita da Lenin nella polemica con Karl Kautsky. Ma questa concezione di attacco frontale, mentre si è realizzata nei paesi dove lo Stato manca di un'articolazione profonda nel tessuto sociale, non ha trovato conferma né in Italia, né in alcuno dei paesi di antica tradizione e organizzazione borghese. Si è ricercata anzi, in questi paesi, una via diversa che poggia sulla realizzazione di riforme di struttura capaci di incidere sul potere dei monopoli. Sicché la definizione di una prospettiva rivoluzionaria non basata sul generico, dottrinario richiamo alla Zerbrechung è all'ordine del giorno nel movimento operaio, quando esso non voglia accontentarsi di aspettare il ritorno disciplinato della real~à nel classico schema. In termini analoghi si pone il problema dello Stato e della ·democrazia politica. Filippo Turati scriveva _contrariato, dinanzi alla rivoluzione russa, che il parlamento sta al soviet come la città sta all'orda barbarica. Lenin e Trotzkij, nel polemizzare con i detrattori dell'Ottobre, esaltavano invece nel ~oviet la form~ piu diretta e completa di democrazia. Oggi poi nella Russia, nella Cina, nella Cecoslovacchia non esiste piu né la democrazia dei soviet o dei consigli, né quella di tipo parlamentare, ma una singolare struttura del potere che· fa centro essenzialmente sulla tecnocrazia e sul partito. A proposito di forme statuali e di autogoverno, e quindi anche dei modi per la conquista di un potere rivoluzionario, è dunque apertissima la discussione. Che non può ridursi alla generalizzazione del modello russo, di prima o di seconda maniera, né contentarsi di proclamare l'esistenza di BibliotecaGino Bi.anca
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