Esami di Stato e scuola laica 471 pubbliche e nei collegi nazionali. Protestava Gustavo di Cavour nel giornale dei cattolici moderati, «L'armonia>>, e in modo anche piu deciso Amedeo Peyron 1 : « Sotto la monarchia assoluta c'era unione amichevole . tra Chiesa e Stato. Le costituzioni dell'Università stabilivano la religione cattolica come norma dell'istruzione e come base dell'educazione ... In quei tempi si pensava che l'unione tra Stato e Chiesa è un bene immenso per la pubblica moralità ... Noi siamo padri di famiglia, i quali muniti della patria potestà abbiamo da natura il diritto di allevare la prole secon90 che meglio giudichiamo; e voi, governo, non siete se non sussidiario di noi, quando noi o non possiamo o ricusiamo di attendere all'educazione dei figliuoli. Il nostro diritto naturale è anteriore e superiore al vostro diritto civile di far leggi sulla istruzione pubblica.... Vorreste voi strappare i figli dal nostro seno?... All'Eu- ~opa mancherebbero parole condegne per maledire la vostra tirannide». Sono argomentazioni impressionanti, non tanto sulla bocca del Peyron, uomo del Settecento, professore all'Università di Torino durante tutto il periodo della restaurazione e conservatore, quanto perché riecheggiano, in modo straordinariamente simile, dopo I I o anni, non solo nelle parole di Pio XII « Lo Stato... non interverrà se non per esercitare una funzione di complemento... Voi avete ragione di sottolineare la priorità della scuola privata su quella la cui gestione dipende dai pubblici poteri »2 ; ma anche, cosa assai piu grave, nella relazione dell'on. Franceschini, deputato al Parlamento• della Repubblica italiana, intorno al bilancio della P. I., che deplora il cosi~etto « statalismo » nel campo della scuola e della cultura. C'è anche un'altra analogia: il Peyron storce a fini reazionari il giusnaturalismo settecentesco, come i nostri clericali si servono del liberalismo otto- . centesco per un fine illiberale. Ma i nostri padri non si lasciavano tanto facilmente commuòvere: ecco 1a risposta del Gioberti « Chi non vede che in Italia una compita libertà di tal genere [la facoltà ai privati di insegnare]. avrebbe per effetto di spegner~ la vera scienza, peggiorare l'educazione, crear pericoli allo stato, abilitando i gesuiti e i loro numerosi clienti a corrompere l'età tenera, seminar l'ignoranza e scalzare secretamente le libere istituzioni? » 3 • Non è inutile rievocare queste antiche polemiche, perché il rapporto fra la scuola di Stato e la scuola non statale in Italia rimane al centro di 1 Nell'opuscolo « Dell'istruzione secondaria in Piemonte>>. 2 Anzi, come diceva Mario Cingolanj alla Camera il 23 marzo 1921, i popolari erano disposti a fare dell'esame di Stato « la questione capitale del nostro gruppo e del nostro partito, e a farne, se necessario, la piattaforma di una eventuale battaglia elettorale >>. 3 Rinnovamento civile d"Italia, I, pp. 157 sg. (ed a cura di F. Nicolini, Bari 1911 ). Cfr. anche ibid., II, p. 384: « Subalpini ... abbiamo a sospetto anche i ministri, quando promettono l'insegnamento libero ·e non fanno nulla per renderlo popolare· e buono >>. Biblioteca Gino Bianco
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