Passato e Presente - anno I - n. 4 - lug.-ago. 1958

Melina Insolera Ci troviamo cioè di fronte a uno dei tanti episodi di quell'assalto alla scuola di stato 1 da parte delle forze confessionali che è in atto dal 1945 . a oggi. . Del resto non è questa una novità: istruttiva al riguardo la storia della politica scolastica dei clericali. Essi si sono presentati, fin dalla nascita del Partito popolare nel 1919, quali paladini della libertà d'insegnamento, intendendo con questa equivoca espressione non già che la scuola debba garantire e promuovere la libertà di discenti e docenti, bensf « che sia concesso a chiunque, senza formalità burocratiche né freni fiscali, di aprire scuole »'2 ; principio liberale e in sé accettabile, ma che si traduceva di fatto nella richiesta di eliminare ogni forma di controllo sulle scuole tenute dal clero (che sono in Italia la grandissima maggioranza delle scuole non statali) nelle quali, invece della libertà d'insegnamento, si voleva riaffermare il supremo magistero della chiesa nel campo educativo. Si accusava la scuola « laica>> di non dare sufficienti garanzie ai cattolici, che hanno l'obbligo di educare cristianamente i loro figli 3 • Ma quale libertà si volesse appare chiaro, se si pensa che, contemporaneamente ', i popol~ri si schieravano contro gli scioperi dei maestri. Intanto, come primo passo, veniva formulata la richiesta dell'esame di Stato, cui potessero presentarsi indifferentemente gli alunni delle scuole di Stato e quelli delle scuole private 5 • Questo programma a sua volta non era nuovo: la Chiesa, durante tutto 1'8oo, non si era mai rassegnata a rinunciare al monopolio esercitato per secoli sull'istruzione e aveva sempre trovato qualche suo portavoce, prima nel Parlamento subalpino e poi in quello del regno d'Italia, ogni volta che si era affrontata qualche questione scolastica. Già nel 1848, pochi mesi dopo la promulgazione dello statuto albertino, la prima legge sull'istruzione pubblica sancita in regime costituzionale,_la legge Boncompagni, che pure lasciava l'insegnamento religioso obbligatorio in tutte le scuole elementari e secondarie, fu oggetto di aspre critiche da parte cattolica, soltanto perché sottraeva ai vescovi il diritto di nomina e d'ispezione dei professori di teologia e dei direttori ·spirituali nelle scuole 1 Cfr. la documentata relazione di RAFFAELLOMoRGHENin Dibattito sulla scuola, Laterza, Bari 1956, pp. 45 sgg. 2 Nel manifesto del Partito popolare in occasione della sua costituzione (18 gennaio 1919). 3 A. ANILE,Relazione sui problemi scolastici al II Congresso del P.P.1. tenuto a _Napoli nell'aprile d~l 1920, pubblicata col titolo Riforma scolastica e libertà d'insegnamento, Napoli 1920, Cfr. p. 12, n. I e p. 16 << lo Stato ... non dimentichi che per il popolo non ·v'è coscienza civile senza coscienza religiosa >>. 4 Cfr. l'ordine del giorno Bertini approvato a maggioranza nel I. Congresso del P.P.I. (giugno 1919). 5 Discorso di Pio XII ai congressisti delle scuole private europee, « Osservatore romano», 13 novembre 1957. Biblioteca Gino Bianco

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