Passato e Presente - anno I - n. 4 - lug.-ago. 1958

' Giuseppe Carbone vincimenti, le rivendicazioni operaie, non avversava il fascismo, come apparve chiaro nelle elezioni municipali dell'autunno 1920, in cui patrocinò i blocchi del partito dell'ordine con i fascisti, per assicurarsi intanto la d~fes~ dell'?r: dine costituzionale, illudendosi - ottimista qual era, come tutti gli uom1n1 di forte volontà - di dominarlo, in seguito, con lo stesso sistema usato vantaggiosamente prima con i socialisti, poi, seppure con minor frutto, con i nazionalisti e con i cattolici. Come risultato finale di questa perplessa politica, fu costretto, nel giro di un anno (dal giugno 1920 al giugno 1921) a dimettersi, sminuito nel suo prestigio e quindi progressivamente isolato e reso innocuo, mentre la vecchia società italiana, dopo un breve tentativo di resistenza su posizioni costituzionalmente legali, si arrendeva (con un sospiro di soddisfazione) al maschio « radicalismo aristocratico » degli industriali alleati coi fascisti 1 • Ma la consapevolezza della crisi profonda delle strutture produttive, che dà fondo e alimento al piu generale travaglio della società italiana di quel dopoguerra, non smorza nel Valeri l'interesse a ritrovare la temperie politica e morale in cui si inseguirono gli eventi di quegli anni, a ricostruire i ventagli di alternative entro i qµali quegli eventi si andarono determinando, a individuare gli apporti di uomini e di gruppi, di passioni e di incomprensioni, che si cementarono tutti assieme in quel blocco storico alla cui unitarietà e concretezza egli sa sempre riportare. Sotto tale riguardo codesto del Valeri è il piu be1 frutto che gli studi sulle origini del fas~ismo abbiano maturato e vien fatto di leggerlo in contrappunto al saggio dello Slobodskoi, Naissance du fascisme italien, che apre la raccolta curata dalla « Nouvelle critique )) su Les origines du fascisme e che davvero fa torto all'insegna di cui tutta la collana si fregia (Rec~erches internationales à la lumière du marxisme): poiché, dove lf è finezza di passaggi e pregnanza di problemi, qui è approssimazione di termini e procedere deduttivo e affettata sicumera; dove lf è acuta consapevolezza della complessità d~gli intrecci e dei ·concorsi, qui è schematica e incomprensiva semplificazione che confonde e altera gli stessi dati della ricostruzione storiografica: la crisi economica, che in Italia si è affacciata solo a 1921 inoltrato, è fatta sopraggiungere già con il 1920; a dimostrazione della debolezza strutturale della classe operaia italiana si battezza l'industria tessile (che recluta la maggior percentuale di donne e di ragazzi) come « alors la plus concentrée » ( e nemmeno si arriva a ben capire a cosa si riferisca questo « plus concentrée )): unità operaie per azienda? concentrazione regionale delle fabbriche? connes1 Cfr., N. VALERI, op. cit., pp. 99-101. Biblioteca Gino Bianco

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