Passato e Presente - anno I - n. 4 - lug.-ago. 1958

Origin i del fascismo 459 rafforzando i gruppi piu insani e procaccianti dalla borghesia, favorendo un processo di malsana concentrazione capitalistica e di promiscuità dell'industria e della finanza; patzialissima misura di questo processo fu l'aumento impetuoso del nu~ero e del capitale delle società anonime, che passano da 159 co11 5732 milioni di capitale nel 1915 a 980 con 11015 milioni (antica parità) nel 1920; 4) redistribuzione delle ricchezze e dei· redditi fra le diverse classi sociali, in primo luogo grazie all'inflazione, al terremoto dei prezzi, all'invilimento dei redditi fissi in danaro, al procedere strozzato e speculativo di tutto il processo produttivo e distributivo; 5) struttura abnorme del mercato del lavoro che presenta una curva decrescente del salario reale (che solo nel 1919 accenna a riprender quota) e altresf una domanda di lavoro esuberante per tutto il periodo · della guerra e ancora artificiosamente sostenuta sotto la pressione dell'incalzante movimento _popolare, fino al sopraggiungere della crisi del 1921 e della coincidente controffensiva padronale; 6) modificata struttura del mercato internazionale uscito dalla guerra assai irrigidito e chiuso, con fonti delle materie prime assai piu controllate e difficilmente accessibili, quindi importazioni italiane piu onerose e al contrario piu contrastate e compresse le esportazioni, e ciò per la struttura stessa del nostro interscambio che male si innesta nell'impoverito mercato mondiale del dopoguer!a 1 • Elementi tutti questi essenziali alla crisi della società italiana del dopoguerra e tutti ben noti al Salvemini, al Trentin, al Salvatorelli e al Tasca, ma che da questi non sono tenuti fermi come sottofondo strutturale sul quale si svolse la crisi politica e i profondi contrasti di classe che portarono al· fascismo, né vengono colti nel loro nesso con . i precedenti elementi di squilibrio di fragilità e di precarietà, che avevano caratterizzato lo sviluppo dell'economia e quindi del tessuto sociale e delle istituzioni politiche del paese già a lungo prima della guerra. Tali elementi risultano perciò confusi con meri scompensi di congiuntura, con difficoltà di riconversione e riassetto dell'apparato pro·- duttivo, sf che tra di essi - tra il loro profondo operare nella realtà italiana di quegli anni - e la catarsi fascista è interposto il diaframma di una crisi già risolta nel 1921 ad opera di quelle forze dello Stato liberale che invece già venivano, e noh per occasionale smarrimento, cedendo e concedendo al fascismo. 1 Per una piu diffusà analisi delle dimensioni strutturali della crisi della ~oci~tà italiana nel dopoguerra rinviamo al nostro saggio La crisi· della società ttal,ana dalla guerra al fascismo (1919-22), in « Societ~ A, 1953, nn. 1-2. Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==