Giuseppe Carbone q.egli attachés commerciali americani - ai rapporti dei quali il Salvemini fa, ampiamente riferimento - che cosa puo testimoniare? Non erano ~erto costoro che potevano porsi i problemi dell'assestamento o della eversione delle strutture produttive (economiche e sociali) del paese; èd è piuttosto naturale che la loro attenzione fosse assorbita dai problemi di congiuntura e di mercato. Alcuni ·dati riportati dal Salvemini addirittura confermano la presenza e la virulenza della crisi (per esempio : i crescenti cqnsumi di seta e di automobili; l'aumento dei depositi, connesso con il gonfiarsi della circolazione; il successo dei prestiti pubblici, connesso con l'arricchimento di ceti sociali tradizionalmente attratti da questa forma di risparmio, ecc.). Del resto, era stato lo stesso Salvemini a rilevare altrove il significato dei prestiti americani prontamente concessi al fascismo al potere, manifestazione di fiducia e d.i concreta solidarietà al tipo di soluzione della crisi italiana che il fascismo rappresentava, fiducia e solidarietà che invece - non si sa se sulle referenze fornite da quegli stessi attachés o da chi altro - non era stata accordata negli anni precedenti ai governi liberali e democratici, che pure , insistentemente avevano bussato alla porta dei forzieri U.S.A. Né le altre fonti utilizzate dal Salvemini (Mortara, Bachi, Einaudi) mancano della documentazione essenziale alla individuazione dei tratti strutturali della crisi italiana del dopoguerra: 1) inasprito incremento demografico per il venir meno dell 'impo11ente flusso migratorio, che nel decennio prebellico aveva toccato la media di 500 ooo unità annue (972 ooo emigrati nel solo 1913) e che la sospensione bellica prima e poi il sopravvenuto protezionismo demografico invalso oltre Atlantico e negli altri pacsì già mèta della nostra emigrazione avevano piu che dimezzato fin . dagli anni 1919-22 e che vieppiu si ridurrà in seguito: si che, nonostante le vittime mietute dalla guerra e dalla spagnola del 1918(600 mila e 400 mila), il censimento del 1921 dava la popolazione italiana entro i confini prebellici in aumento del 7,51% in confronto con quella accertata élal precedente censimento del 1911, segnando il maggior tasso di incremento che si fosse fino allora conosciuto; 2) decurtazione della ricchezza 1/iva del paese, che aveva bruciato con la guerra oltre un quarto di tutte le sue ricchezze (19- Francia meno di un sesto) e che oltre a ciò alla fine della guerra aveva contratto debiti per una cifra pari al reddito prodotto .-dagli italiani in due anni di lavoro; 3) def armato e sperequato sviluppo delle attrezzature produttive del paese in base a esigenze di guerra, sulle quali si era innestato un ampio e incontrollato movimento speculativo, che aveva gonfiato artificialmente e infradiciato intieri settori produttivi, Biblioteca Gino Bianco
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