Passato e Presente - anno I - n. 4 - lug.-ago. 1958

Povertà delle formule È venuto in tal modo a perdere la capacità di comprensione e previsione di realtà molto diverse come quella americana, inglese, come quella stessa dell'Europa continentale; con i suoi richiami alla disciplina ideologica, ha deteriorato questa capacità anche nei movimenti comunisti di questi paesi. E quando ha visto di non riuscire a incidere in situazioni cosi diverse, ne ha ricavato che per questi paesi non sareb~e ancora il tempo del socialismo, e che oggi la chiave di tutto risiederebbe nella avanzata dei popoli coloniali e in una strategia di Stati cqntro altri Stati. Come contentarsi di questo giudizio, che di fatto paralizza o porta a livello « diplomatico >>l'azione socialista e rivoluzionaria nei piu grandi paesi di civiltà capitalistica? Guardiamo i problemi semp~ifìcandoli al massimo, senza uno schema precostituito. Dovremo pur riflettere, allora, e darvi una spiegazione, al fatto singolare che la storia del socialismo dopo la rivoluzione russa appare come la storia di un'espansione rapida, sia pure in forme particolari, nelle zone relativamente arretrate, contadine, semicoloniali, e di una stagnazione, o dispersione addirittura, nei paesi capitalistici di punta. Fu detto, al tempo della rivoluzione russa, che questo era « impossibile )), che sconvolgeva la previsione di Marx perché « saltava>> la fase borghese. Fu contestata come antimarxista la teoria di Lenin, secondo cui la catena dell'imperialismo si rompe non necessariamente nel paese piu sviluppato, ma in quello piu carico di contraddizioni, cioè nel suo « anello piu debole>>. E ciò b~nché Lenin fosse convinto che l'altro anello piu debole, accanto a quello russo, risiedesse in Germania, e benché agguerrito e prossimo- alla rivoluzione apparisse in quel momento il movimento operaio anche in altri paesi di Europa e di America. A distanza di quarant'anni il problema si ripropone piu acuto che mai. Quando Zinovjev defini il leninismo come il marxismo di una rivoluzione incominciata in un paese dove predominano i contadini, Stalin lo criticò aspramente, ritenendo questo discorso troppo limitativo. Tuttavia proprio l'epoca staliniana· è stata quella delle rivoluzioni a base contadina di massa in Cina, nel Vietnam, nella Jugoslavia, dei moti dei diseredati nell'Indonesia e nel Guatemala e dell'arresto rivoluzionario nei paesi piu industrializzati. L'esempio russo per il proletariato di questi paesi, per quanto attraente specialmente nelle congiunture di crisi, non è risultato sufficiente a indicare una strada di concreta conquista socialista. Anche i movimenti piu legati - in _Italia, in Francia, altrove - a una direzione comunista, dopo aver conquistato larghe masse si sono venuti a trovare in una situazione di logorante attesa. 4. Il marxismo sov!etico, nel suo esclusivismo dogmatico, non poteva aiutare gran che il movimento operaio dei maggiori paesi capitalistici ad afferrare i problemi tipici a ciascuno di questi. E la frazione comunista BibliotecaGino Bi"anco

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