Passato e Presente - anno I - n. 4 - lug.-ago. 1958

Praxis ed empirismo 451 ha cioè « interesse a portare i suoi studi direttamente sul terreno pratico ))' « non sarà per questo ideologicamente immune, cioè libero da interessi pragmatici, i quali si annideranno nei fondamenti ontologici stessi della sua ricerca >> 1 • No~ si tratta naturalmente qui di seguire gli sviluppi di questa impostazione, legati ad una visione dell'empirismo logico come strumento metodologico che cresca in « simbiosi >>con una filosofia della praxis e si articoli attraverso la diversificazione degli « universi di discorso >>di ogni scienza, ciascuno con i suoi propri dati, i suoi criteri di verificazione, i suoi scopi e quindi i suoi propri « significati >>o categorie; sicché l'originario convenzionalismo logico mostra di basarsi sulla intersoggettività, su di una scelta che è fatto storico, pragrr1atico, sociale, motivato nell'esperienza storica, e in derivazione dall' « economico )), inteso non già come « un fattore>> o « un momento >>ma come « la stessa vita globale e fondamentale delle sfere di intersoggettività umana ))' da cui « emergono i metodi, le tecniche, gli schemi nei quali si anticipano e si predispongono i contenuti che la vita richiede per il proprio svolgimento e la propria organizzazione>> 2 • Quello che qui interessa è rilevare come da tali posizioni empirico-logiche della riflessione critica, si giunga ad una problematizzazione della conoscenza storica assai piu convincente di quella che spesso sembrano offrire, ad esempio, proprio le ricostruzioni « problematicistiche >>della storia degli storicismi. Soprattutto, è significativo che da un orientamento il quale esprime la stessa esigenza di concretezza e di indefinitività caratteristica del pensiero contemporaneo, l'assunzione del valore essenzialmente metodologico del conoscere e del carattere problematico del reale non sia collegata con la pretesa di superiore indifferenza della « scienza >>rispetto alla pratica, cui sembra condurre il « problematicismo >). Sicché il riconoscimento di una parziale e condizionata validità del materialismo storico come interpretazione teoretica « immessa e immersa in tutta la cultura contemporanea >>- e quindi rispondente « al modo complessivo in cui la cultura contemporanea intende se stessa, la sua storia e il mondo che ha di fronte >>- può combinarsi con una felice indicazione del rapporto fra filosofia e pratica. Infatti « la conoscenza implica già un orientamento attivo: conoscere è scegliere, è sistemare mediante significati ed enunciati sistematori - si conosce quello che si vuol conoscere, e si vuol conoscere già, in vista di quello che si vuol fare » : e allora vien da sé che nel circolo, non vizioso ma produttivo fra conoscenza e volontà, il filosofo ha una naturale funzione pratica; non nel senso di un rapporto immediato fra filosofia e politica, ma nel senso che « la 1 lvi, pp. 165-168. 2 ·Cfr. ivi, pp. 156, 183 e passim. Biblioteca Gino Bianco

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