Passato e Presente - anno I - n. 4 - lug.-ago. 1958

45° Furio Diaz aggiornamenti che di se stesse vanno facendo alcune tendenze della filosofia contemporanea, in un senso che potrebbe genericamente definirsi « storicistico >>.Ciò sembra avvenire in particolare, ad esempio, di una corrente considerata per lo piu come tipica manifestazione di un indirizzo scientista e astorico, se non addirittura antistorico 1 : l'empirismo logico. Il quale, nel recente e brillante saggio di Giulio Preti, dalla constatazione della posizione paradossale che questo indirizzo impone ai suoi seguaci, « di essere un filosofo, di occuparsi di filosofia, eppure di non sostenere nessuna "filosofia", anzi di avere per taii produzioni una certa antipatia, o per lo meno una marcata diffidenza)), trae la consapevolezza (la quale piu che una concessione agli avversari ci sembra un correttivo chiarificatore dell'assolutezza formale di quella posizione), che proprio « per questo ... anche l'empirismo logico rappresenta una "posizione " filosofica, in quanto implica un atteggiamento rispetto alla filosofia e alle sue forme tradizionali - un atteggiamento, cioè un orientamento e delle scelte >> 2 • Qui, in primo luogo, il riconoscimento, anche per se medesimo, di una « posizione >>che deve accettare di collocarsi storicamente nello stesso piano delle al tre posizioni filosofiche, mentre da un lato toglie al positivismo logico la pretesa di un superiore angolo visuale « scientifico)), che nella sua obbiettiva analisi empirica spazi sulle affermazioni filosofico-ideologiche senza mischiarvisi, d'altro lato gli permette di controbattere quella monopolizzazione della storicità che esclude dal senso della storia un indirizzo di pensiero sol ·«perché non " storicizza " tutto quanto, cioè non parla continuamente di storia, anzi di "storicismo" » 3 ., Questo origina una spregiudicata valorizzazione deÌla conoscenza storica: non già secondo la impossibile riduzione ad un'assolutamente obbiettiva spiegazione causale, che - si ricordi ancora Max W eber - si costruirebbe come « comprensione individuata >> sugli schemi generali della sociologia, ma p,iuttosto secondo una spiegazione che assegni le cause agli eventi « in funzione di problemi pratici, vitali )), e quindi, a prescindere da altri elementi soggettivi nella scelta delle fonti, ecc., anche nelle sue manifestazioni piu <l pure>> applichi una valutazione «intrinseca)), consistente « nel mettere in relazione di causa ed effetto... l'evento " se succede cosI e cosI " con l'evento "succederà cosI e cosf " >>: dove l'ineliminabile elemento soggettivo, ideologico, sussiste nel fatto che « le connessioni causali vengono ricercate sempre e solo in vista di ciò che si vuol prevedere >>;e ciò che distinguerà due storici « sarà la valutazione intrinseca, cioè la scelta dei nessi _causali significanti )), una scelta per effetto della quale anche lo storico «puro», che non _1 Cfr. _per questa persistente interpretazione, di origine idealistica, il recente articolo d1 TULLIODE MAuRo, La cultura italiana e il neopositivismo, in « Nord e Sud », dicembre 1957, pp. 31-48. : C~r. G1uL10 PRETI, Praxis ed empirismo, Torino 1957, p. 19. lvi, p. 42. Biblioteca Gino Bianco

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