Praxis ed empirismo 445 Dove la diffidenza e la perplessità, di cui parlavamo, non devono intendersi tanto rivolte verso il fatto ineluttabile di queste implicazioni, quanto piuttosto verso la teorizzazione che tende, se non a negarle, a sfumarle in una distinzione di piani, da cui sembra spesso discendere soltanto la nebulosità di un'ambigua ipostatizzazione. Non è quindi solo il rifiuto di quel ritorno o di quella involuzione verso la concezione romantica con cui lo storicismo aveva cercato di risolvere la sua crisi relativistica 1, non è solo questo rifiuto che sembra discendere dalla piu recente querelle sullo storicismo, e discenderne anche al di là della discussione piu qualificata verso un piano di generica diffusione ideologica. Ma è piuttosto una vigilanza analitica che non può farsi incantare neppure dalle formulazioni del « puro » conoscere, della « fredda >>e « rigorosa >>,« imparziale >>e « oggettiva >>diagnosi scientifica, quando sotto il formale rigore di quella scienza della so- ·cietà spunta pur sempre - come nel già ripudiato nesso fra il principio o il ritmo universale della storia e le sue particolari manifestazioni - un legame di sostanziale dipendenza e derivazione, il quale magari questa volta prenderà l'aspetto della «cura >>che consegue alla diagnosi. Ad un certo punto, questa distinzione di piani - con tutta la buona fede ed il rigore metodologico di questi dotti, con tutta la giustezza dei loro anatemi contro i pasticcioni -<< profeti in cattedra))' « contro l'abuso che i pseudo-apostoli delle varie fedi di moda fanno della scuola >> 2 - rischia di svelarsi una inconfessata e involontaria duplicità. E ad una distinzione che non e~clude la sublimazione del «messaggio>> e della «profezia>> nelle stesse forme « pure >>della «fredda e chiara ri~erca >>della verità, può apparir preferibile, non si dice la tumultuosa e passionale unificazione romantica, ma forse la dichiarata fiducia di tipo illuministico nella concretezza di una ragione, prin'èipio unitario della conoscenza come dell'azione. Comunque, sul piano che qui interessa, quella diffidenza e quella vigilanza non si tr_aducono forse fra i motivi di quell'orientamento pratico di sfiducia e di sospetto verso « l'eccessivo ideologismo )), che oggi si sente diffusamente indicare come caratteristico della vita e dell'opinione pubblica in Italia e nel quale può a sua volta ritrovarsi una delle principali ragioni de1 distacco, altrettanto generalmente avvertito, fra società civile e società politica? Certo è stata proprio la pretesa scientifica della sociologia a condurre talora la critica piu rigorosa e originale delle ideologie. E, ad esempio, come è stato posto di recente in rilievo da un bel saggio di Norberto Bobbio 3 , la 1 È la conclusione del citato saggio di P·. Rossi, Lo storicismo tedesco contemporaneo. Cfr. pp. 542-543. • 2 _ Cfr. ~antimori, introduzione_ cit., p. 27. E per un esempio delle espress1on1 pr_opr1edel Weber, cfr. La scienza come professione, trad. it., ivi, pp. 63-65. 3 Vilfredo Pareto e la critica delle ideologie in « Rivista di filosofia ))' ottobre. r957, PP· 355-38r· Biblioteca Gino Bianco
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