Praxis ed empirismo 443 D'altronde è forse proprio uno dei primi insegnamenti delle discussioni, ricerche e polemiche sullo storicismo, una certa diffidenza verso quelle teorizzazioni che, al di là della implicazione, pongono un salto qualitativo fra scienza e pratica, fra conoscenza filosofico-storica e attività politica. Infatti è diventato sempre piu difficile, anche ai crociani di stretta osservanza, mantenere chiara e incontrovertibile la distinzione fra la libertà metapolitica e il liberalismo politico di Croce: ma, d'altra parte, come finiva per porsi il problema della differenziazione e del collegamento necessario fra scienze storiche e azione politica in quello che, sotto questo aspetto, può considerarsi come il piu provveduto e moderno fra gli storicistici tedeschi, Max Weber? La oggettività della conoscenza storica escludeva i giudizi di valore e si concretava nella « spiegazione causale di quegli " elementi " e di quei " lati " dell'avvenimento in questione, che rivestono un " significato universale " e perciò un interesse storico da determinati punti di vista ... >> 1 ; ma il suo processo di selezione ed elaborazione, che la rende storia e non cronaca, poggiava pur sempre su qualche valore che deve orientare la scelta, e, nello sforzo di escludere ogni ricorso a piani trascendenti o anche trascendentali, questi valori erano esplicitamente indicati non già come universali e necessari, ma come criteri di scelta assunti essi stessi attraverso una scelta 2 • W eber traeva da ciò la conseguenza della necessaria unilateralità di ogni indagine storica, che si costruisce il proprio oggetto dal che << noi ~non rechia~o nella vita alcun senso del mondo )), ma « ... siamo aperti alla possibilità che il senso e il significato sorgano soltanto nell'uomo e nella sua storia>> (Cfr. Pian der Fortzetzung zur Aufbau de,: geschichtlichen Welt in die Geisteswissenschaften, in Gesammelte Scriften, Leipzig und Berlin 1914 1936, VII, pp. 290-291); o al travaglio di Windelband e Rickert per calare nella storia la realizzazione dei valori; o alle posizioni finali tutte impregnate di relativismo prammatista della « filosofia della vita )) di Simmel. D'altronde, a parte le già fin troppo note implicazioni pratico-politiche, teorizzate o no, dello storicismo di Croce, la separazione e insieme la posizione di un rapporto strettissimo fra attività politica e conoscenza storica ha finito per costituire il tormento non risolto della riflessione di Weber; e in Meinecke, il finale rifugiarsi del suo storicismo in Goethe, con tutte le discutibilissime interpretazioni che ciò comportava, era il tentativo di risolvere nelle accoglienti braccia di un panteismo estetico la tormentosa vicenda di connessione e di sempre rinascente frattura fra « kràtos )) ed « éthos », fra le esigenze dello spirito e della cultura e il loro farsi sulla ba~e della realtà po~it_ica,dominata ?al motivo di potenza della ragion di stato. (Sia su tutto lo stor1c1smo tedesco, sta sull'analogo processo dello storicismo crociano, sono da confrontarsi in primo luogo: PIETRO Rossi, Lo storicismo tedesco contemporaneo, 1'orino 1956, e Benedetto Croce e lo storicismo assoluto, Il Mulino, maggio 1957, pp. 322-354. Ma mi sia consentito rinviare anche ad alcu~e considerazioni del mio volumetto, Storicismo e storicità, Firenze 1957, particolarmente pp. 106-118 e 184-186). . 1 Gesammelte Aufsatz·e zur Wissenschaftslehre, Tiibingen, Mohr, 1922, p. 272. 2 Cfr. PIETRO Rossi, Lo storicismo tedesco contemporaneo, cit., p. 311. Biblioteca Gino Bianco
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