A. Caracciolo 2. L'aspetto piu grave delle intolleranze ideologiche imperanti non sta però forse nella lesione del diritto alla convivenza di diverse proposizioni teoriche come diritto di libertà. Sta nel fatto che stabilire un corpus ideologico valevole per ogni situazione e sotto ogni latitudine significa istituire un modello, proporre la ripetizione ad ogni altro ambiente di una esperienza e di una elaborazione di pensiero germogliata in un ambiente determinato, stroncare ogni volta le osservazioni e le tendenze originali che si vengono manifestando. Significa, in ultima analisi, esporsi alla condizione di non comprendere, di nbn controllare la molteplicità dei processi reali. E allora si ribellano i fatti. Agli sc~emi risponde in modo esplosivo l'Ungheria, della quale i governanti ignorano le esigenze profonde mentre sanno a memoria la storia dei bolscevichi, agli schemi si rifiuta la Gran Bretagna, intenta a ricercare una soluzione socialista nel quad~o del suo tradizionale laburismo. E ha ragione la Jugoslavia a vantare la coerenza del. suo procedere, in confronto a quello dei suoi vicini, come il risultato di non aver piegato la schiena a pressioni e modelli estranei. Si era tornato a parlare anche in campo comunista, negli anni scorsi, dell'esigenza di vie nazionali. Ma un po' alla volta questa ammissione è parsa troppo rischiosa, per la libertà d'azione e per la riflessione autonoma dei problemi specifici che sollecitava. Il fatto è che troppo spesso ormai ia teoria si è trasformata, da strumento per la comprensione dei movimenti sociali e guida per l'azione, in garanzia di coesione interna, di autorità. La ideologia si è trasformata in mito, la si coltiva piuttosto per la sua efficacia n,ella radunata e nella tensione delle forze, che per la sua acutezza critica. La divisione del mondo in blocchi contrapposti, la crescente estraneazione delle masse alla vicenda politica, consentono di mantenere qu,~sto gioco, di sott(arsi alle verifiche necessarie. La teoria sembra spezzata secondo .i confini di blocchi politici, sorda verso ciò che avviene al di là. In Occidente, il pensie'ro socialista inclina a considerare l'esperienza bolscevica e pressoché l'intero marxismo come cose -buone solo per qualche paese di ritardata civiltà, e ad accomodare la teoria e la politica ad . una illimitata convivenza col sistema dominante. Nel campo comunista, tende a chiu~ersi nelle formule e a restare povero di iniziativa e di ricambio di idee, chiuso com'è alle esperienze operaie dei grandi paesi capitalistici. 3. Grande è la responsabilità che si è assunta in questo senso il gruppo dirigente della Unione Sovietica durante alcuni decenni. Mentre procedeva nella propria battaglia, fra tentativi, successi ed errori, esso ha chiesto in sostanza a tutto il movimento mondiale di seguire la sua strada. Aveva da proporre un esempio largamente valido per una serie di paesi e assai meno valido per altri: ha creduto di poterlo estendere in ogni luogo. Biblioteca Gino Bianco
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