Franco Fergnani considerevole di fondatezza che sta aHa base di queste epigrammatiche affermazioni, ma è lecito chiedersi se esse non corrano il rischio di chiudersi in una prospettiva scientisticamente unilaterale. « La scienza è satanica, - scrive Preti. - Nella misura che riesce, rompe il senso di dipendenza, di impotenza, di essere perduto di fronte ad un mondo insignificante e~ ostile_» (p. 193). Sta bene. È fuor di dubbio che il senso di padronanza e d1 fiducia nelle proprie possibilità alimentato daHa scienza - scienza che contiene in sé la tecnica di cui è il momento teoretico - tenda a ridurre (ma fino a sopprimerlo?) il senso di insecuritas, e quindi il bisogno di tutela e di protezione che mette capo al mito. Possiamo tuttavia ritenere che l'opera della scienza sia in grado di demitificare e demagicizzare la totalità dell'esperienza umana su tutti i piani e ad ogni livello? Una risposta categoricamente affermativa ci riporterebbe su posizioni di esclusivismo scientista, facendoci dimenticare, ad esempio, le origini alienati ve del numinoso, l'indubbio apporto che v0Cc1Z"ionemitologica e psichismo fideista traggono dai modi infelici, caotici e asserviti della convivenza umana. Si potrà replicare, a sostegno della tesi, che l'atteggiamento scientifico, per la sua piena realizzazione ed esplicazione, postula appunto un'organizzazione sociale elastica, progressiva, pienamente liberatoria dell'uomo. Ma ciò può esser vero solo a patto di associare all'espressione « atteggiamento scientifico)) un significato cosf ampio da includere in esso l'esigenza della partecipazione scientifica di tutti e di ciascuno, con la radicale trasformazione di rapporti sociali che ciò ovviamente comporta; o-nde la necessità di distinguere fra una scientificità con1e « dover essere)) e una scienza..: tecnica come essere « di fatto )), alle cui acquisizioni il ritmo del progresso sociale e morale non si accompagna né puntualmente né necessariamente, come sappiamo ormai da un pezzo avendo perduto le illusioni dei nostri padri ottocenteschi. Riassorbire nella scienza formidabili istanze di politicità significa al tempo stesso riassorbire quella in queste; piu esattamente: la possibilità per la conoscenza scientifica di instaurare la « propria etica )) è a sua volta condizionata da ben determinate scelte di natura politica e di ispirazione filosofica. Lo stesso Preti ammette del resto, pur condannandola, la inversa possibilità di una limitazione della portata morale della scienza o addirittura di una sua « sterilizzazione )) come ethos, come responsabilità di fronte all'uomo nella sua interezza. Pertanto, ammesso pure che sia legittima la prospettiva di un totale esautoramento della struttura mentale magico-mistica e di un processo irreversibile di dissoluzione deH'esperienza religiosa, l'atteggiamento scientifico potrà agire come forza integralmente distrutttiva nei riguardi di quella struttura e di quell'esperienza, nella misura in cui sarà integrato in un tipo di società che su tutti i piani e a tutti i livelli si faccia promotrice di tale opera eversiva e dissacrante. Questo è ciò che ha sempre asserito e tuttora asserisce Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==