434 Franco Fergnani sia affermare che lo è, implica l'adozione di un punto di vista ontologico. Ontologico nel senso del portarsi ad un pronunciamento - sull'essere, sia poi per affermarlo come « in sé )), sia per negarlo (ma anche negando!? lo si afferma). L'equazione natura-ambiente (o mondo-linguaggio), se si autopretende esaustiva dell'essere della natura o del mondo, è altrettanto ontologizzante quanto la tesi contraria, e acquista validità solo se natura e mondo s'intendono limitati a ciò che sono per noi, senza che ciò significhi - bene inteso - uno sdoppiamento dell' « in sé )) e del « per noi )>.Non si dovrà quindi affermare che l'ambiente copre tutta l'area del cosiddetto mondo naturale risolvendolo in sé, poiché, come non ha senso porsi positivamente il problema dell'esistenza di un mondo trascendente la sua qualificazione in termini umani, cosf non ha senso porsi il problema concludendo alla inesistenza. Le pretese di una filos"ofia « digestiva )>(si ri~ordi il voracious thinker di Santayana) non sono. piu legittime della « modestia )) di una gnoseologia obietti vistica alla Hartmann. La posizione piu sorvegliata, piu rigorosamente scevra da aporie, sembra quella che si caratterizza mediante una epochè o meglio un disimpegno ontologico radicale, una sorta di afàsia critica, nello spirito dell'ultimo « colpo di martello )>del trattato wittgensteiniano. Ciò che, ripetiamo, lascia, anzi garantisce piena libertà di dire tutto ciò che può essere detto, ossia di riprendere su altri piani la questione, di precisare entro quali' limiti e con quale accezione potrà essere utilizzata la terminologia che le si riferisce, di indagarne gli sviluppi e l'interna dialettica nella storia del pensiero e la genesi dall'humus sociale e culturale, cioè le condizioni del suo costituirsi come mito filosofico e le condizioni altresf del suo dissolversi. Veniamo cosf alla seconda osservazione. Marx non si limita a respingere piu o meno esplicitamente il rèalismo ont~logico in nome di .un antimetafisicismo che gli fa di~e con ironia non gratuita che « 0gni profondo problema filosofico - ad esempio quello concernente i rapporti dell'uomo con la natura quasi si trattasse di due cose separate - si risolve semplicemente in un fatto empirico)) (Ideologia Tedesca). La critica marxiana alla « natura metafisicamente travestita nella sua separazione dall'uomo)), a cui fa da necessaria contropartita la critica allo « spirito metafisicamente travestito nella sua separazione dalla natura >>, si sviluppa nei Manoscritti all'interno della teoria dell'alienazione del produttore nel prodotto. Il realismo ontologico, che Preti definisce « sovrastruttura filosofica non meno elaborata e artificiale dell'idealismo>> (p. 151 ), è da Marx ricòndotto (l'interpretazione è libera ma non infedele) ad una forma di coscienza alienata. L'uomo non si perde ne,l'oggetto solo se questo è per lui oggetto umano. Ora il lavoro alienato non solo rende l'oggetto, come prodotto, estraneo all'uomo e l'uomo estraneo a se stesso, ma rende la natura stessa, in quanto piano-base della produzione, estranea alBiblioteca Gino Bianco
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