' 432 Franco Fergnani significativo il fatto che il processo stesso di autocritica e di liberalizzazione lo abbia portato - come empirismo logico - a risultati che sono certo piu compatibili con l'empirismo pragmatistico annunciato dal giovane Marx che non le precedenti posizioni. Se l'empirismo logico persistesse nel tenersi ancorato a quella metafisica dei dati o fatti atomici elementari che costituiva il sottinteso delle prime formulazioni neopositivistiche, ciò costituirebbe un ostacolo insuperabile sulla via dell'integrazione. Sia Marx che Dewey infatti hanno dell'esperienza una visione storicistica e, per dir la con Paci, relazionistica. Entrambi (anche se ciò è molto implicito nel primo e invece molto esplicito nel secondo) identificano l'esperienza con l'intera complessa area di interazione fra individuo e ambiente, configurandola come un continuum situazionale e respingendo come chimerica la pretesa di appellarsi a dati ultimi, irriducibili. (Si pensi alla critica deweyana della conoscenza immediata sia razionalistica che empiristica, e alla tesi dell'esperienza come « campo )), in cui l'oggetto od evento singolo spicca come tale solo a causa della posizione cruciale e focale che viene ad assumere nel contesto). Tra le condizioni che rendono possibile la simbiosi c'è quindi la rinuncia al presupposto irrelazionistico dell'empirismo classico (da Locke a Mill) ripreso da Mach, da Russell e da Wittgenstein sia pure nell'ambito di prospettive assai diverse. Se bene intendiamo il pensiero di Preti, il terreno della verificazione fattuale sul quale almeno la classe delle conseguenze dei discorsi formalizzati deve poter poggiare, è il mondo disgregato del senso comune, l' « empirico concreto universale umano >) (p. 86). Ma quest'ultimo a sua volta sembra coincidere con il piano dell'esperienza sens~riale immediata. Ci troviamo dunque di nuovo nel regno del « discreto >> e dinanzi ad una ulteriore conferma del concetto di esperienza come intuizione 1 ? Chi abbia presente la concezione deweyana dell'esperienza prescientifica, o, in ben diverso settore filosofico, le analisi di Merleau-Ponty sul carattere totalistico e ambiguo dell'immediatamente esperito (della Lebenswelt), sarà probabilmente indotto a riscontrare una certa nostalgia vecchio-empiristica nel concetto pretiano di esperienza dei cinque sensi (pp. 43 sgg.). Non mancano qua e là, tuttavia, cenni ad una concezione più contestuale meno distante da quella di un Dewey:. ed è là dove Preti mette in dubbio che si possa parlare di una sensazione pura e isolata (p. 127), dove parla del senso comune come di ciò che ha « la mobilità e la fluidità della vita e della storia ... >> Altrove scriveva che si è certi delle proprie percezioni per quello che sono, certi della loro certezza pragmatica, per quello che ne facciamo uso quotidianamente, per quello che riusciamo a comunicare ai nostri simili e i nostri simili a noi. Ciò che è piu importante, comunque, è che si sfugga al tradizionale dilemma cose-sensazioni, « reali >>-« stati di coscienza >> -sboccante in due 1 Cfr. il già citato scritto di Abbagnano. BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==