Franco Ferghani terazione fra individuo e ambiente si complica con l'interazione tra gli uomini-che-lavorano. Il rapporto fra i due aspetti è tanto intrinseco, che Marx nei Manoscritti afferma che «l'umanità>> della natura, il suo essere oggetto di azione manipolatrice, è solo in funzione dell'uomo sociale; <( giacché solo qui la natura esiste per l'uomo come legame con l'uomo, come esserci dell'uomo per l'altro ed esserci dell'altro per lui ... » La praxis è dunque un attivo essere-nel-mondo coesistendo 1 ; è un « sinolo » che nella ~ua bivalenza esclude ogni tentativo di arrivare al duplice rapporto interazionale o meglio transazionale, partendo dai termini isolatamente presi e quindi, per ciò stesso, immediatamente annullati. Al concetto di praxis è intrinseca la categoria antisolipsistica dell'intersoggettività, dello scambio inter-umano e quindi del linguaggio, anzi della coscienza-linguaggio. « Il linguaggio, - si afferma nell'Ideologia Tedesca, - è altrettanto vecchio quanto la coscienza. Anzi è la pratica, reale coscienza esistente anche per gli altri uomini e quindi anche per me stesso. E il linguaggio, come la coscienza, trae origine dal bisogno e dall'urgenza dello scambio con gli altri uomini ». Cenno felice, benché non ulteriormente svolto, che ci rinvia, in tema di consonanze, all'identificazione neopositivistica tra pensiero e linguaggio e, d'altro canto, al comportamentismo sociale di un Mead. Orbene, quale potrà essere la regola o criterio di verità di una posizione filosofica siffattamente caratterizzata, se non quello che fa coincidere il vero (l'oggettivo) con il pubblicamente verificato e l'avente senso come il pubblicamente verificabile? Verificabile sarà l'enunciato il quale contenga l'indicazione di quali esperienze sensibili o pratico-sensibili, ripetibili e intersoggettive, possono attestarlo o possono attestarne la validità come mezzo a fine. Se in Marx l' « oggettivo » non è piu garantito metafisicamente dalla (inverificabile) adeguazione ad un « oggetto in sé » che si pretende raggiunto mediante una visione intuitiva (anschauend), né è_risolto nella proieziot1e creatrice di un soggetto indebitamente ipertrofizzato, né d'altra parte è identificato con la formalità a priori della soggettività trascendentale, esso non può trovare il proprio criterio che in una intersoggettività o socialità del verificare empirico e storico. Preti ha insistito più volte, e non solo in Praxis ed Empirismo, sulla necessaria complementarità fra impiego ·del criterio verificazionista e situazione intersoggettiva, in ciò riprendendo un motivo già fatto valere dal Morris nell'opera citata. In un importante saggio del '54 (Le tre fasi del!' empirismo logico), dopo aver riconosciuto che « sa1 Nonostante il sapore « esistenzialista )> dell'espressione, è chiaro che siamo soprattutto vicini a Dewey e in particolare all'ultimo Dewey teorizzatore con Be1:tley de~ punto di vista transazionale, piu rigorosamente e inequivocabilmente ant1sostanz1alistico del tradizionale concetto di interazione. Cfr. Knowing and the Known e, sull'argomento, il saggio di A. V1sALBERGHiIn Il pensiero americano contemporaneo, Comunità, 1958. Biblioteca Gino Bianco
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