Praxis ed empirismo d1 conclusioni che possano, direttamente o per interpretazione, tradursi in osservazioni empiriche. Ma nel discorso di Marx la consapevolezza di sé e anche consapevolezza dell'altro e, non meno indissolubilmente, consapevolezza del dato 1 : consapevolezza coincidente con l'attività «negatrice)) di esso. Questo nodo di rapporti (uomo-uomini-natura) è ciò che si esprime nel concetto di praxis. Il concetto di autocoscienza sensibile è dunque da ricondursi a questo piu globale concetto che costituisce, a nostro avviso, l'apporto te9retico piu rilevante consegnato dalla meditazione di Marx al pensiero moderno. Ne è nota la genesi: dal rifiuto compiuto sia della soluzione materialistico-intuizionista sia di quella idealista, sgorga la nuova soluzione proposta, _la quale utilizza ·e fa proprio il postulato idealistico dell'attività del soggetto, demiticizzandolo però risolutamente e respingendo quindi la riduzione idea- -listica della Dingheit a momento alienato dall'autocoscienza. In questo senso si può ben dire che una delle intenzioni rivoluzionarie del concetto di praxis è quella di porsi come negatore e risolutore, ad un tempo, di una metafisica idealistica del soggetto e di una metafisica realistica dell'oggetto, entrambi fissati in una assurda ipostasi e quindi avulsi della dinamica inter-relazione (di lavoro e di ricerca) in cui soltanto si costituiscono come tali. Da ciò altres1 il superamento della tradizionale concezione gnoseologistica e l'abbozzo del concetto di attività pratico-sensibile, contenente una feconda anticipazione di neo-empirismo storicistico. Il fatto percettivo-conoscitivo non esiste~allo stato « puro )) se non per una posteriore astrazione; esso ~ organicamente influenzato i"n re da aspettazioni, predisposizioni, valutazioni, propositi di trasformazione attiva. Gli oggetti della cosiddetta « semplice )) esperienza sensibile sono integrati e ricompresi - per Marx - nella fattività u1nana, sono sempre e ineliminabilmente qualcosa di goduto e sofferto, di accettato o respinto, di manipolato e manipolabile; qualcosa di cui « ci si prende cura)) e che è intrinsecamente qualificato da codesto prendersi cura. In polemica implicita con lo gnoseologismo realistico ed empiristico-tradizionale, Marx illustra quella Zuhandenheit delle cose su cui insisterà Heidegger (« Il conoscere è un modo d'essere dell'essere nel mondo )) . Ma il concetto di praxis è ambiguo : esso presenta un duplice aspetto per cui è principio di mediazione fra «uomo)) e «mondo)) e al tempo stesso tra gli individui stessi, la cui « totale, vivente, sensibile attività pone in essere il mondo sensibile )). Non c'è in effetti elaborazione della natura senza elaborazione reciproca degli uomini, senza storia. Nella praxis l'in1 M~ il «dato.)) non è mai t~le in senso assoluto, essendo piuttostò, in certo senso e 1n certa misura, un costruito. Alla luce di questo principio può venir interpretato e filosoficamente fondato il rilievo critico che Marx indirizza a Feuerbach: « ...Il mòndo sensibile che ci circonda non è una cosa data immediatamente ... bens.f il prodotto dell'industria e delle condizioni sociali)) (Ideologia Tedesca). BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==