Passato e Presente - anno I - n. 4 - lug.-ago. 1958

, N orman Birnbaum rare tale problema, sembra infatti che egli abbia letto solo un po' di letteratura neofreudiana e di antropologia sociale. Alcuni potrebbero considerare un commento a questo tipo di letteratura la sua conclusione pessimistica che non esistono mezzi istituzionali con i quali cambiare la natura umana. A proposito dell'ideale della cooperazione egli dice che « è impossibile raggiungere una conclusione definitiva circa la sua adeguatezza alle condizioni contemporanee >>.Egli è trattenuto dalla opinione che i socialisti dovrebbero mirare all'allargamento dell'area di libera scelta personale. Ma le scelte prospettate dimostrano come egli presupponga una condizione di libertà umana nel nostro tipo di società. Si limita a constatare Gome i lavoratori inglesi ~i sottomettano a lunghe ore di lavoro per procurarsi beni di consumo durevoli, ma non procede ad analizzare il modo in cui essi_hanno fatto propri i valori di consumo borghesi; ep·pure tale analisi dovrebbe essere molto importante per chiunque, come l'autore, si ponga problemi di una politica culturale socialista. Ma è soprattutto nei suoi propositi di riforma della società inglese che Crosland ricade nel classico dilemma. Ho detto che il Crosland vuole lasciare la struttura sociale essenzialmente intatta, nella sua forma attuale. Ciò è esatto : ma anche questo richiede energia. Egli introduce le sue proposte con l'affermazione che « il processo di livellamento è una realtà anche in termini di standards di consumo; e la Gran Bretagna ha una società sensibilmente piu livellata dopo sei anni di governo laburista che prima della guerra>>. Esaminando l'organizzazione industriale, egli definisce l'estensione di controlli governativi come « una faticosa e inutile complicazione >>(punto di vista ripreso nel successivo documento laburista lndustry and Society, che richiede la partecipazione azionaria passiva dello Stato nelle industrie private). Rifiutando la partecipazione operaia nella direzione, egli è favorevole all'estensione del sistema della consultazione sindacale con i dirigenti, sul modello americano (anche qui, egli accetta l'attuale struttura di rapporti come se fosse necessaria e immutabile: egli crede che gli operai non aspirino ad aumentare le loro possibilità direzionali). L'esperienza delle industrie nazionalizzate, alla quale si riferisce di continuo·, è stata disastrosa. Ma in esse si sono poco sperimentate le nuove forme di partecipazione operaia - e si sono invariabilmente lasciati in carica i vecchi dirigenti. Le proposte per una « democrazia industriale ad alto livello », pertanto, significano semplicemente un certo allargamento del sistema di controlli burocratici oggi dilaganti, poiché egli non riesce a concepire i grandi sindacati come qualcosa di diverso dalla burocrazia. In simili termini, egli non suggerisce il minimo cambiamento nella struttura politica inglese, ed alcune osservazioni fanno persino supporre che egli deplorerebbe la scomparsa della Camera dei Lords. Egli infatti pensa che i successi politici labuBiblioteca Gino Bianco

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