Passato e Presente - anno I - n. 4 - lug.-ago. 1958

Segnalazioni 545 ARMANDO GAVAGNIN, Vent'anni di resistenza al fascismo. (Ricordi e testimonianze), Einaudi, Torino 1957, pp. 553· Il G. ha trasfuso la sua lunga esperienza di antifascista e di resistente in un grosso volume che ha insieme dell'autobiografia (da operaio, attraverso molteplici attività lavorative, a giornalista), della cronaca di fatti cui l' A. h~, direttamente o indirettamente, partecipato, e della storia generale d'Ital ta. . . ' . Quest'ultimo aspetto, 1n ver1ta, 'il so- :vrappone spesso in modo piuttosto estrinseco, senza dire nulla di nuovo, ai primi due, che sono di gran lunga i • I • • p1u interessanti. Dopo qualche felice immagine iniziale della vita di un ragazzo operaio a Venezia, subito prima e durante la guerra del '15-18 (il G. è nato a Venezia nel 1901), l' A. ripercorre nella prima parte del volume, scritta fra il 1944 e il 1945, il suo cammino fino al 1936, attraverso il partito repubblicano, il partito democratico, i movimenti Giovane Italia e Giustizia e Libertà, il -carcere. Testimonianze interessanti offre il G., fra le altre, sull'incertezza di giudizio, cui onestamente riconosce non essersi egli stesso del tutto sottratto, esistente negli ambienti della democrazia repubblicana, interventista, irredentista, indulgente al mito della « vittoria mutilata », verso il primissimo fascismo, quello « tendenzialmente repubblicano >> rlel '19. Ma, se la diagnosi storico-politica sulla natura del fascismo era (e sostanzialmente rimane) incerta, prontissima e sicura fu la reazione morale che ben presto insorse, facendo del G. un incrollabile oppositore del fascismo, che compie la sua ventennale rischiosa attività con la tranquilla forza della persona di buon senso che non concepisce possibili altre strade : e il tono onesto e modesto, Biblioteca Gino Bianco talvolta perfino dimesso, talaltra quasi ingenuo, della narrazione, fa nascere nel lettore una sincera e umana simpatia per il G. Le pagine sulla Giovane Italia ci sembrano fra le piu ricche di valore documentario, insieme a quelle della seconda parte, scritte dopo la liberazione e dedicate, con ricchezza di particolari e di nomi, alla Resistenza nel Veneto. Della Lettera al re, inviata nel 1928 dal G. nel tentativo di spingere il sovrano a staccarsi dal fascismo, l' A. aveva già parlato in un volume di tale titolo (La Nuova Italia, Firenze 1951). In esso aveva pure ricordato le confidenze fattegli in carcere da Tito Zaniboni: qui ritorna sull'argomento, e racconta come Zaniboni poco prima del 28 ottobre propose, e D'Annunzio accettò di farsene iniziatore, la fusione in un « movimento di unità operaia », in una « fuocata d'entusiasmo », delle « organizzazioni operaie rosse, bianche e nere >>. Gino Baldesi sarebbe stato della partita; ma il poeta, sopravvenuta la marcia su Roma, ruppe i contatti, affossando la singolare iniziativa. RENATO CARLI BALLOLA, Storia della Resistenza, Ed. Avanti!, Milano-Roma 1957, pp. 369 (Biblioteca socialista 4-5). Questa Storia del C. B. è uno dei pochi tentativi a tutt'oggi fatti, pur nell'ormai non piccolo numero di memorie, documenti, saggi su punti particolari, di dare della Resistenza un quadro d'assieme. L'ordine del racconto, ·il tono piano .e quasi didascalico, la compiutezza e l'equilibrio della trattazione sono caratteri dell'opera che si accoppiano ad un angolo visuale volto a ricostruire e a rivalutare la posizione del Partito socialista italiano di

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