Norman Birnbaum zione del potere politico nelle mani dei proprietari. In effetti, la proprietà industriale non è posseduta nel senso tradizionale: è amministrata. E gli amministratori sono soggetti alle disposizioni dei governi, a loro volta dipendenti dai voti di un popolo che desidera il mantenimento, anzi l'estensione, dello stato di benessere. Misure fiscali tributarie, unitamente a un m1nimo di nazionalizzazione e a_un considerevole allargamento dei servizi sociali, sono sufficienti - e lo saranno in futuro - a ottenere una grossolana redistribuzione dei redditi. Le organizzazioni sindacali e il partito laburista, analogamente, hanno realizzato una redistribuzione del potere economico e politico. I dirigenti industriali e i leaders conservatori sono generalmente illuminati. I primi si considerano pubblici fiduciari e non si comportano come plutocrati; gli ultimi differiscono dai laburisti per i mezzi, non per ·i fini. Il guaio della società inglese consiste nella sopravvivenza di sperequazioni nella distribuzione della ricchezza : può darsi che sia uno « stato di benessere >> ma non è uno « stato di giustizia». Unitamente a queste ineguaglianze, il Crosland deplora la persistenza di atteggiamenti classisti piu consoni, secondo lui, ai primi stadi del capitalismo che allo stato di benessere. Questo egli intende quando dichiara: << È del tutto esatto affermare sia che in Inghilterra permane in notevole misura una società "classista", sia affermare che non esiste una classe dirigente in stretto senso marxiano o economico » (p. 41). La politica laburista ora - egli dichiara - dovrebbe tendere a modificare que$te situazioni. Ciò può esser f~tto, a suo giudizio, senza ulteriori alterazioni strutturali nel sistema delle classi. I cambiamenti necessari hanno già avuto luogo e « ... lo schema intellettuale entro cui si svolgeva la ·maggior parte delle discussioni socialiste prebelliche è in gran parte superato, anzitutto per il fatto che l'economia si sta sviluppando con rapidità e secondariamente per il fatto che adesso abbiamo una configurazione completa~ente diversa del potere economico » (p. 41). Poiché l'autore sottolinea fortemente la sostituzione _dci proprietari con i tecnici, ci si aspetterebbe una analisi socialista della funzione di questi ultimi, che hanno poteri enormi. Egli sa certamente che la burocrazia è un problema di fondo di tutte le società indùstriali, dichiara però che « le forme del potere burocratico e dei tecnici hanno poco a che fare sia col socialismo, il quale storicamente è diretto soltanto contro il potere economico espresso in rapporti privati, sia con il capitalismo. È un problema politico e sociologico di vaste dimensioni, che si presenta adesso con pari evidenza nella burocrazia statale, nei sindacati, nelle industrie nazionalizzate, nei partiti politici, cosf come nelle industrie private >> (p. 521 ). Tutte le definizioni sono arbitrarie, naturalmente, ma con la sua arbitrarietà il Crosland si dà un certo vantaggio. Egli ritiene che il socialismo riguardi soltanto il problema della sostituzione della proprietà c~pitalistica; egli ignora, a questo rigué}rdo almeno, che r obiettivo finale del socialismo è la liberazione da tutte le forme di domiBiblioteca Gino Bianco
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