Passato e Presente - anno I - n. 4 - lug.-ago. 1958

Carlo Meana 1949-52, ha tenuto a sottolin~are all'inizio dell'VIII Plenum 1 certe vive analogie tra la sorte dei due paesi. Il tono moderato di « Trybuna-Ludu » e l'atteggiamento responsabile dell'osservatore polacco al congresso di Lubiana confermano che una forte tendenza in seno al POUP condivide molte impostazioni di Belgrado. Al contrario, tra il castello di Hradcany e la Casa bianca di Belgrado i rapporti sono rimasti freddi anche dopo il 1955. È vero che Praga smobilitò allora il meccanismo della emigrazione jugoslava cominformista sospendendo la pubblicazione della « Nova Barba». Ma molto piu in là non si arrivò: qualche accordo economico, scambi di delegazioni, rapporti formali. Mentre cresceva la simpatia dell'opinione pubblica ceca e slovacca per la Repubblica Federativa, i dirigenti del Partito comunista, gli stessi che qualche anno prima avevano istruito in chiave anti-jugoslava il processo Slanki-Geminder, non hanno voluto spingersi al fondo di un chiarimento che avrebbe investito l'intera linea politica del partito. Con Ungheria, Romania e Bulgaria l'elemento permanente di presenza jugoslava è rappresentato dal progetto di federazione balcanica che da dieci anni costituisce uno dei piu tenaci motivi degli orientamenti popalari non ufficiali. Contro questa idea-forza, ricca di implicazioni economiche moderne, si sbiadiscono le rivalità confinarie che Sofia tiene artificiosamente vive ai confini della Macedonia. In questi tre paesi, sulla pietra di paragone jugoslava si sono misurati i gruppi interni dei partiti comunisti, con. i noti risultati : l'allontanamento di Cervenkov, la riabilitazione di Kostov, il rovesciamento di Rakosi, la riabilitazione di Raijk, i viaggi per indulgenza plenaria di Geroe e Kadar. Persino nel Partito comunista greco ci si è sbarazzati del segretario Zachariadis, l'inventore della famosa pugnalata alle spalle dei partigiani impegnati in combattimenti.. Dove non è stata possibile la chiarifica~ione all'interno del partito, o per la scomparsa fisica delle minoral?-ze o per la presenza di problemi di carattere nazionale (nel caso per esempio del partito albanese e del partito triestino) è rimasta la polemica, seppure condotta sott'acqua negli anni scorsi. Queste retroguardie non sono mai state seriamente contrastate dal movimento comunista in~ernazionale, di cui rappresentarono, probabilmente, l'arr1:ere pensée. Ma piu delle diverse vicende, sono riconducibili a un comune denominatore gli orientamenti che fanno capo alla decentralizzazione, ai consigli operai, autonomie locali e alla fascia neutrale, orientamenti che influenzano vastissimi settori popolari e sono condivisi da molti militanti comunisti in tutto l'Est europeo 2 • 1 efr. Ottavo Plenum del e.e. del POUP, Feltrinelli, Milano 1957, pp. 61 e 224. 2 Il e.e. del Partito comunista cecoslovacco ha dedicato un'intera sessione nella Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==