Tra Belgrado e Mosca 539 cialtsmo e dell'intero movimento op~raio molto piu che la partecipazione devota e acritica al Patto d1: Varsavia. La real-politik giudica invece anacronistica una posizione mediana. A motivare questi nuovi orientamenti si ricorre alla evidente decadenza delle posizioni internazionali intermedie negli ultimi venti mesi. Dilaniata da una sedizione l'Indonesia di Soekarno, in ristagno l'iniziativa indiana, radicalizzata la situazione nel Medio-Oriente, non si può negare che l'arco afro-asiatico abbia ceduto in piu punti, tanto che la Cina con la perentoria condanna di Belgrado mette a rischio il principio fondamentale della non-interferenza, quale fu solennemente enunciatò a Bandung e invocato ultimamente da Nehru in difesa della Jugoslavia, all'indomani del nuovo attacco sovietico. Scorrendo le notizie di cronaca si misura facilmente~ quali sono i mutamenti nel rapporto fra blocco sovietico e paesi neutralisti; se · nel 1955 Kruscev fu preceduto a Brioni da Nasser, nel 1958, mentre si approntava la nuova scomunica, il Presidente arabo attraversava trionfalmente le Repubbliche sovietiche. La sfiducia nell'efficacia di una politica esterna ai blocchi, l'attiva tendenza alla polarizzazione caratterizzano l'atteggiamento sovietico. Esse da sole, comunque, non basterebbero a spiegare la violenza dello scontro. Solo spostando le luci dall'esterno all'interno ci si rende conto come questa divergenza preceda un secco contrasto politico. · ~ Se gli ultimi tre anni hanno segnato una generale avanzata sulla scena internazionale, sul fronte interno, in famiglia, le faccende non sono sempre andate per il meglio. Si vive ancora sotto lo shock del « pericolo mortale>> corso in Polonia e in Ungheria. L'Unione Sovietica stessa ha vissuto bruschi rovesciamenti e Kruscev non ha usato troppe perifrasi per spiegare a Sofia il nuovo punto di vista: « Rimarrçmo sempre vigilanti per proteggere la unanimità delle posizioni marxiste-leniniste >>. È appunto questa unanimità che viene oggi considerata condizione preliminare assoluta, sola capace di sorreggere una politica senza sfumature. E se le vicende esterne sono state favorevoli, mentre burrascose sono state le vicende di casa, ebbene cherchez la Y ougoslavie! . Ad un comune osservatore italiano parrà spropositato il timore sovietico per l'influenza jugoslava. Soltanto chi è riuscito a seguire pazientemente le recenti vicende dell'Oriente europeo e della Russia, può valutare sino a qual punto la Jugoslavia socialista costituisca invece un continuo punto di riferimento, il metro su cui sovente ~i misurano le proprie soluzioni. Fatta eccezione per I'URSS dove la straordinaria sintonia storica e culturale slava impedisce di distinguere i limiti tra sentimenti e giudizi, si può dire che in Polonia il prestigio jugoslavo all'interno del POUP ed i~ vasto favore popolare, siano direttamente legati alle recenti lotte politiche. Gomulka, uno dei pochi sopravvissuti alle purghe anti-titoiste del Biblioteca Gino Bianco
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