Passato e Presente - anno I - n. 4 - lug.-ago. 1958

Carlo Meana Ma se non si preparavano novità sostanziali rispetto al 1952, perché mai i dirigenti del PCUS - dopo tre anni spesi in riconoscimenti, caratterizzati anzi da una tregua ideologica, si sono fatti avanti ,all'ultima ora con i pugni tesi? Molti elementi lasciano pensare che se si sono infranti i termini della conciliazione seguita alla prima visita di Kruscev, le contrapposte valutazioni della situazione internazionale hanno avuto parte determinante. Di qui al contrasto politico il passo è breve. Il PCUS e la diplomazia sovietica si trovano oggi impegnati in una radicale conversione degli indirizzi di _ROliticaestera cosf come essi presero c9rpo alla successione di Stalin, tra la pace nel Viet Nam e il XX Congresso: l'epoca che si può precisare con la targa di pacifica coesistenza ~ompetitiva. Oggi un valore decisivo viene attribuito a due nuovi elementi. In· primo luogo, il mondo si trova ora ad una nuova svolta storica e il vento orientale prevale su quello occidentale ha scritto di recente ii « Gemmingibao >>. Di questo favorevole rotolare degli· avvenimenti si è consape~oli: i contrasti nell'ambito della NATO, la recessione economica -amei;icana, l'annaspare della Francia, sono l'AB C di questa analisi. In secondo luogo, gli esperti ·sovietici constatano che la pacifica coesistenza si perde in una foresta di difficoltà: l'incontro ai vertici, il disarmo, la soluzione delle questioni tedesca, coreana, indocinese. Gli occidentali tendono ai rinvii, convinti come sono della precarietà in cui si trovano. Sfumato il piano Rapacki, mancate le trattative per la sòspensione degli esperim~nti nucleari, Mosca ha attenuato negli ultimi tempi l'offensiva diplomatica riducendo persi_no i rilanci delle tesi sul disarmo. Questa è l'ora, si pensa, del serrate. I limiti della coesistenza pacifica sono stati raggiunti in grande attivo; insistervi ancora vorrebbe dire impaniarsi in estenuanti trattative. Il blocco dei paesi socialisti decide cosf di stringere le maglie del sistema, far qua4rato, attendendo su posizioni vantaggiose il tempo delle inevitab~li trattative a cui gl'interlocutori occidentali saranno costretti prima o dopo. A provare questa nuova tendenza non vi è ·solo la flessione della iniziativa diplomatica, ma soprattutto gli atti e gli sviluppi dell'azione· politica dei paesi orientali : gli incontri plenari e periodici degli uomini di stato orientali e dei partiti comunisti con responsabilità di governo (24 maggio Mosca), la rapida costituzione del Komekon (Comitato economico), l'accresciuta efficienza del Consìglio del Trattato di Varsavia. A Mosca non si è convinti della attualità delle impostazioni jugoslave di politica estera. Gli avvenimenti, del resto, hanno apparentemente confermato l'opportunità di questo cambio di marcia sovietico. Agli occhi del PCUS, oggi appaiono perlomeno candidi gli stupori di· Popovic e Kardelj che a Lubiana hanno sostenuto con foga la politica jugoslava mediatrice ed estranea ai due blocchi, sicuri che essa giovi alla causa comune del soBiblioteca Gino Bianco •

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