Passato e Presente - anno I - n. 4 - lug.-ago. 1958

Guerra atomica 531 ambivalenza, secondo il quale un fatto tecnico non è buono o cattivo in sé, ma secondo l'uso che se ne farà (e quindi sarà sempre possibile farne un uso positivo, purché lo si vogli~). L'èra ·atomica sposta la prospettiva: un fatto tecnico non sarà buono o ·cattivo secondo l'uso che se ne farà, ma è buono o cattivo secondo l'uso che se ne fa. L'applicazione negativa può, infatti, distruggere la stessa alternativa e non consentire l'uso positivo che se ne vorrebbe fare. La conclusione t dunque paradossale: se rispetto a questo spostamento di concezione del fatto tecnico si può veramente dire che la bomba atomica teoricamente divide la storia a metà, da un pun~o di vista pratico è altrettanto lecito dubitare che la bomba.. atomica possa non dividere la storia a metà, perché la seconda parte potrebbe anche non esst-re. La scienza, del resto, non è autorizzata a crescere in una « zona franca » rispetto alla vita complessiva degli uomini. La scienza è socialmente sempre determinata. Gli scienziati atomici di Los Alamos non possono affermare di aver lavorato in « neutralità >>: « l'umanità ha bisogno della nuova fonte di energia che noi abbiamo scoperto e sviluppato. Noi dobbiamo soltanto fare in modo che in futuro questa energia venga usata a scopi di pace invece che per distruggere». Gli scienziati atomici di Los Alamos poterono arrivare alla scoperta soltanto per questo ultimo scopo. L'umanità non avrebbe la nuova fonte di energia se fin da principi·o non fosse stata messa nel programma~la strage di Hiroshima. Cosicché rimane assai arduo anche soltanto il poter dimostrare che l'umanità avesse bisogno di una nuova fonte di energia a piu basso costo, se il suo pr.ezzo è stato cos1 elevato, e continua ad esserlo nell'inquinamento radioattivo dell'atmosfera, con le conseguenze dell'aumento della probabilità di effetti cancerogeni, della predestinazione di distorsioni biologiche mostruose e di effetti nocivi al complesso fisiologico di gran parte degli uomini. Il mito della tecnica che cresce su se stessa, che deve procedere secondo u_na reazione a catena da scoperta a scoperta, sempre salutabili con un applauso dell'umanità riconoscente, va definitivamente crollando. Una buona fisica può essere ùp fatto spregevole, una bella fisica un cattivo atto contro l'uomo. Lo scientismo sta rivelandosi, in realtà, non essere neppure scienza, ma regressione tecnicistica o, peggio, biologica. E appare sempre piu chiaro che la scienza non solo deve essere la coscienza teoretica della tecnica, ma anche la sua coscienza morale. Lo scientismo si regge sulla falsa presunzione che la tecnica sia esentata dalla dimensione sociale, che la sua libertà, faticosamente raggiunta contro la teologia e l'autocrazia, significhi il consenso ad uno sviluppo di carattere incontrollatamente evoluzionistico. Occorre distinguere e precisare. Per controllo sociale non si intende il ripristino di vecchie, felicemente abbattute, Biblioteca Gi.noBianco

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