I laburisti norvegesi reazioni dei maggiorenti del partito sono state in molti casi cautamente antimperialiste. Il riarmo tedesco ha provocato successivamente qualche agitazione e dissenso, tanto piu che la Norvegia ha conosciuto a proprie spese l'aggressività del militarismo germanico. L'opposizione è stata però tacitata grazie all'abilità del ministro degli esteri Lange che, a torto o a ragione, è considerato il sostenitore della NATO, in seno al partito, come nessun altro. Anche se, come diremo tra poco, la sua vittoria per quanto riguarda il problema tedesco non è stata definitiva. Il nuovo elemento che si è· inserito fino a diventare gradualmente essenziale, nel dibattito sulla politica estera, è la guerra nucleare con le sue possibilità di sterminio. Su questo punto si è formata una ~orrente di idee nel- .l'opinione pubblica che normalmente sembra ottusa e passiva. La prima chiara conseguenza di ciò è stata la dichiarazione della Norvegia e della Danimarca di non voler partecipare al riarmo atomico. Una risoluzione in questo senso è stata votata all'ultimo congresso Jaburista, e il governo da allora ha dovuto agire in conformità ad essa. Circoli vicini al presidente del Comitato parlamentare per le relazioni estere, Finn Moe, hanno studiato con interesse le proposte di neutralizzazione di una fascia centro-europea. Essi hanno rilanciato in Norvegia le idee. di Gaitskell e di Kenna, ed hanno sottolineato la necessità di negoziati al massimo livello. Tali negoziati dovrebbero avere la priorità sugli sforzi per il riarmo, che rischiano di compromettere la situazione politica. Finn Moe ha sostenuto che il compito della NATO nel quadro internazionale è oggi di fungere da intermediario per i negoziati fra oriente e occidente. Lange ha invece sostenuto che la priorità va data alle considerazioni militari, e che l'occidente deve negoziare sulla base di una situazione di forza. Finn Moe ritiene decisamente che la forza politica e diplomatica sia• decisiva nell'attuale crisi. Il governo e il partito di maggioranza hanno comunque sostenuto unanimemente la posizione presa dal primo ministro Gerhardsen a .Parigi, dove questi ha caldeggiato negoziati al massimo livello ed ha proposto di non insistere nel riarmo nucleare dell'Europa occidentale, se ciò può provocare conseguenze negative sulla possibilità di negoziati. Anche se la mag-- gioranza non ha aderito a questa tesi, è chiaro, e per il momento almeno è stato accettato, che la Norvegia e la Danimarca non ospiteranno armamenti atomici. Di conseguenza si è creata una. zona disatomizzata nell'Europa settentrionale. L'iniziativa di Parigi ha indotto gli osservatori ad usare termini come « nuova politica estera»,-« politica estera a~tiva », e via dicendo. Ciò è formalmente esatto e il nostro governo ha sempre favorito i negoziati, e per il momento non ha cambiato nessuno dei suoi atteggiamenti fondamentali Biblioteca Gino Bi·anco
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