520 Dan Avni L'Ebreo deve o vuole assimilarsi. Ma la società in cui vive, anche quella senza classi sovietiche, lo respinge con una serie di reazioni emozionali e primitive che sfuggono alle leggi del marxismo, e lo forzano in una insostenibile situazione dalla quale egli cerca evasione e sollievo attraverso quel raggornitolamento di cui parla a rapporto della delegazione comunista ip.gle~e. Nella maggioranza dei casi, l'Ebreo sovietico si ritrova ebreo a causa della reazione del mondo esterno contrariamente alla sua stessa volontà di assimilazione. Ma contrariamente ai suoi concittadini egli non trova alcuna base nazionale su cui appoggiarsi, in quanto l'ebraismo e la sua espressione culturale sono considerati come dei fossili o delle concezioni cosmopolite contrarie al regime. Anche lasciando da parte gli eccessi del periodo staliniano il circolo vizioso in cui l'Ebreo sovietico è rinchiuso è evidente. Se tenta di assimilarsi oltre un certo limite, è respinto dai non Ebrei. Se rimane o se si riscopre ebreo è sospettato di tradimento. Il problema sembra essere particolarmente penoso per la gioventu ebraica sovietica a cui oltre al conforto di ripiegarsi su una cultura nazionale propria, manca anche l'entusiasmo rivoluzionario dei loro genitori. Il figlio di un alto funzionario sovietico ebreo - e ve ne sono attualmente diecine di migliaia - a cui venne negato il diritto di abbracciare la carriera diplomatica scientifica o politica del padre (col pretesto che i posti direttivi dell'Unione sono divisi proporzionalmente fra le varie nazionalità secondo il loro numero) e che allo stesso tempo non può trovare né un giornale né un libro di storia né una poesia scritta nella lingua di quelle nazionalità a causa della quale si sente discriminato, tende necessariamente a staccarsi dal resto della società e rinchiudersi in una pericolosa attitudine di reazione, di ansia e di paura. ~ questo processo di ripiegamento e il dilemma che esso pone per l'evoluzione del socialismo in Russia che ha destato la preoccupazione del professor Hyman Levy molto piu che la persecuzione staliniana della minoranza nazionale ebraica. È questo ancora il problema che ha scosso l'animo di un gran numero di intellettuali socialisti ebrei e non ebrei nei paesi ·anglosassoni. A giudicare da quanto è avvenuto negli ultimi dodici mesi, la crisi di coscienza provocata dalla situazione degli Ebrei in Russia sembra dover toccare e la struttura e la compagine dei partiti marxisti d'oltre manica e d'oltre atlantico. Il caso del professor Levy non è infatti un caso isolato. Esso è stato preceduto dalle clamorose dimissioni dal Partito comunista canadese di J .B. Salzberg, alla fine del 1957, una delle piu eminenti figure del sindacalismo canadese, deputato « tradizionale )) del parlamento della provincia dell'Ontario. Come nel caso di Hyman Levy, Salzberg aveva domandato e ottenuto dal Partito di mandare una delegazione in Russia per ~tudiare la situazione degli Ebrei. Rientrato in Canada, dopo aver discusso 11 problema con gli esponenti sovietici, egli aveva saputo dare larga diffusione Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==