Questione ebraica in URSS o Ucraino. Il loro numero, forte di piu di tre milioni e mezzo di individui, non è il piu esiguo .di tutte le nazionalità dell'Unione Sovietica. La loro importanza economica, tecnica, scientifica e militare è senza proporzione con il loro numero. · Al momento della rivoluzione, gli Ebrei possedevano piu di 400 sinagoghe, decine di giornali e riviste in Yddish e in ebraico, dei teatri famosi, una fiorentissima letteratura alla quale appartenevano nomi di fama internazionale· come Mendele Mocher Sefarim e Shalom Aleichem. Gli Ebrei avevano prodotto una legione di leaders comunisti, da Marx a Rosa Luxemburg,. da Trozskij a Kaganovic, da Litvinov a Kameniev. Di questa fiorentissima nazionalità, alla quale logicamente avrebbero dovuto applicarsi i principì staliniani di libero sviluppo culturale e linguistico, non esiste al giorno d'oggi un solo giornale, un solo libro, un solo manuale di studio, una sola organizzazione amministrativa all'infuori di un debolissimo rabbinato che amministra tre sinagoghe a Mosca. Per quanto gli Ebrei siano riconosciuti ufficialmente come una delle nazionalità che compongono l'Unione Sovietica, essi non appaiono come tali in nessuna delle pubbliche manifestazioni russe, e i nomi degli « Eroi dell 'Unione », come i nomi degli ..scienziati o degli artisti ebrei non sono mai ufficialn1ente accompagnati dalla designazione della loro nazionalità, come avviene per gli altri guppi etnici. Tutto ciò non sarebbe in definitiva molto grave se agli Ebrei fosse data la possibilità di assimilarsi alle nazionalità presso le quali si trovano domiciliati. Ma ciò non è solo amministrativamente impossibile - un ebreo non può ufficialmente diventare ucraino - ma ostacolato dalla concezione stessa che le supreme autorità sovietiche sembrano avere della questione ebraica. In un colloquio fra la delegazione socialista francese con il Segretario del P .C. russo, il cui rendiconto stenografico è stato pubblicato da una rivista parigina1, il Sig. Kruscev, dopo aver affermato che non vi è alcun bisogno di vivificare artificialmente una cultura fossilizzata di cui gli Ebrei stessi non vogliono sentir parlare in quanto ormai completamente russificati~ aggiungeva: « se gli .Ebrei volesser9 occupare i primi posti nelle nostre repubbliche, naturalmente essi sarebbero mal visti dagli autoctoni... Per esempio, in Ucraina, se un Ebreo è nominato a un posto importante e si attornia di collaboratori ebrei è comprensibile che nascano delle gelosie e delle ostilità contro gli Ebrei >>. Il vecchio tragico dilemma dell'Ebreo çella Diaspora, quello cioè di essere ufficialmente ciò che non può essere nella realtà pratica di tutti i giorni, il vecchio pr.oblema di fondo dell'antisemetismo, è dunque cosi apertamente ammesso dagli stessi dirigenti dell'Unione Sovietica. 1 <~ Realité )) N. 136, maggio 1957. Biblioteca Gino Bianco
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