506 Livio Maitan Due guerre mondiali, tutta una serie di guerre parziali, spesso violente e sanguinose, crisi economiche politiche e sociali in ogni angolo della terra, hanno dimostrato senza possibilità di appello quanto fosse utopistica la concezione dei riformisti. - che pure, more solito, si gabellavano per «realisti>> - e quanto fosse invece effettivamente realistica la concezione di Lenin. Sta di fatto che in nessun caso i metodi riformisti hanno assicurato al proletariato la conquista del potere, e il caso dell'Inghilterra sta a dimostrare che un governo « socialista >> ~ tollerato solo in quanto si limiti a un riformismo nell'ambito della società _capitalista, e in momenti in cui condizioni economiche o politiche particolari ne comprovino la necessità agli occhi della stessa classe dominante. D'altro lato, il proletariato è giunto al potere - a parte gli sviluppi di involuzione posteriori - solo quando si è posto sulla via della rottura rivoluzionaria. Questa è la semplice, elementare, ma incontrovertibile lezione dell'esperienza, non solo di quarant'anni fa, ma di questo stesso dopoguerra. Cosf, secondo la IV Internazionale, le esperienz~ del passato confermano senza eccezioni la persistente validità delle iesi leniniste. Ma esistono forse attualmente, in taluni paesi capitalisti, degli sviluppi ò delle tendenze di sviluppo che suggeriscano la necessità di una revisione? Piu o meno esplicitamente, non solo i socialdemocratici e i socialisti, ma anche i dirigenti del PCI dànno una risposta affermativa 1 . Ma per quanto si sia armati di buona volontà, riesce impossibile trovare nelle loro analisi reali giustificazioni di una simile presa di posizione. E per chi giudichi valendosi di criteri marxisti, non può essere certo una giustificazione la convinzione che sarebbe preferibile che il proletariato giungesse al potere per via pacifica. Su questa <-< preferenza >>astratta nessuno potrebbe dissentire : disgraziatamente, la politica del proletariato si deve basare sulle possibilità reali e non sui desider1 piu o meno . generosi. Lenin era giunto alle sue concezioni partendo dal dato di fatto dell'esistenza dei monopoli, della cristallizzazione di un apparato statale sempre piu vasto, della presenza di una polizia e di un esercito org~nizzati (ci limitiamo a sommarie indicazioni). Le condizioni attuali - anche nei paesi di repubblica borghese - implicano un continuo, imponente rafforzamento dei monopoli, un allargamento co_ntinuo dell'apparato dello stato - che ora si compone anche di una crescente burocrazia economica - un riconsolidamento delle forze di polizia, mentre le assemblee parlamentari vengono praticamente escluse dalle decisioni determinanti per la vita di un paese. Ciò significa che le tendenze del capitalismo nella sua fase di maturità e di decadenza non si attenuano, ma si accentuano. In virtu di che _cosa dovrebbe essere possibile al proletariato una « conquista pacifica »? Su quale base si può giustificare l'ipotesi di uno sviluppo senza catastrofi e senza convulsioni? Nella elusione a queste domande la IV Internazionale vede la condanna delle tesi riformistiche o neoriformistiche che sotto l'apparenza del nuovo in realtà si rifanno a concezioni vecchie di oltre mezzo secolo. E non basta ad annullare la sostanziale analogia l'espediente cui comunemente si ricorre, cioè quello di attribuire ai vecchi riformisti posizioni deformate per poter affermare anche troppo 1 Anche se questi ultimi cercano di mimetizzare il loro revisionismo dietro una affermazione verbale di fedeltà leninista. BibliotecaGino Bianco· ..
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