Ouarta Internazionale - universalmente, né ha mai affermato che tutti i paesi affronteranno allo stesso modo i problemi della fase di transizione tra il capitalismo e il socialismo. Per chi abbia cura di leggere i documenti, ciò apparirà confermato dalle analisi particolari che di volta in volta sono state consacrate a questo o a quel paese, a questo o quel gruppo di paesi. La validità - storicamente confermata :- del metodo m~~xista : leninista non può esimere in alcun modo dal rinnovare di continuo le anahs1 specifiche e concrete. Ma d'altro lato la IV Internazionale non può ignorare che, molto spesso, dietro l'affermazione delle particolarità nazionali si nascondono - piu o meno consapevolmente - propositi e tendenze di natura decisamente opportunistica. Da quando esiste il movimento operaio, determinate concezioni teoriche, strategiche o tattiche rivoluzionarie sono state respinte con il pretesto della « situazione particolare», delle « condizioni locali », e via dicendo. Dovrebbe essere evidente a chiunque rifletta criticamente che questa manovra si sta ripetendo ancora una volta su vasta scala, e certe affermazioni del XX Congresso del PCUS a proposito dei modi di pa·ssaggio al socialismo l'hanno di tutta evidenza facilitata e rafforzata. Anche qui bisogna ripetere che, se esistono indubbiamente delle particolarità, cioè delle differenziazioni, esistono tuttavia degli elementi di fondo che tendono ad assumere la stessa caratteristica in tutti i paesi capitalistici: elementi di struttura economica, elementi di struttura politica, elementi di struttura e di psicologia sociale. L'analisi e la considerazione dei primi non può assolutamente far dimenticare che, in ultima analisi, sono i secondi ad essere decisivi nei momenti culminanti del processo storico, perché sono essi a costituire i nodi essenziali di una società e di uno stato. L'errore teorico dell'opportunismo - nella misura in cui si può par lare di errore a proposito di un fenomeno che ha radici soci~li ben precise - è consistito e consiste appunto in questo: nel tentar di basare la prospettiva della lotta proletaria non sugli elementi fondamentali, ma sugli elementi secondari, con tutte le conseguenze che ne de- . r1vano. In fondo, è qui anche la radice di tutte le affermazioni - antiche e nuove - circa la possibilità di un passaggio al socialismo per via «pacifica», cioè .senza una rottura rivoluzionaria. Basandosi su elementi unilaterali, equivocando sulla portata sostanziale di certi successi del movimento proletario, confondendo i problemi delle premesse economiche oggettive con i problemi di struttura politico-sociale, i riformisti hanno affermato sin dagli inizi di questo secolo la possibilità d~ un passaggio graduale al socialismo per conquiste successive di posizioni all'interno della stessa società capitalistica : posizioni di natura economica, posizioni di carattere politico, posizioni su vari altri piani della vita sociale in generale. Questa concezione - che in fondo si basava sull'ipotesi di un andamento «pacifico» e quasi idilliaco di un capitalismo disposto ad accettare con rassegnazione pacata un trapasso pressocché indolore - è stata controbattuta aspramente da Lenin anche prima dell'Ottobre 1917. Lenin prevedeva un periodo di agonia del capitalismo caratterizzato da violente convulsioni di ogni genere, e affermava !?impossibilità di una conquista dal di dentro della cittadella del capitalismo. Per Lenin il problema del,a conquista del potere del proletariato poteva essere risolto solo per via rivoluzionaria, e compito ~el proletariato ·era, -non la conquista dal di dentro e la trasformazione, ma la distruzione dell'apparato statale borghese e la sua sostituzione con una struttura statale proletaria completamente nuova e originale. Biblioteca Gino Bianco
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