Livio Maitan ripreso e sviluppato le concezioni hanno rilevato che, se la suddetta legge esiste, accanto a questa tendenza «centrifuga» agisce nel capitalismo una tendenza « centripeta», cioè potentemente unificatrice. E le possibilità concrete dell'internazionalismo proletario si basano soprattutto sugli elementi combinati dello sviluppo capitalistico. Non è il caso di ricordare qui per quali ragioni storiche oggettive il proletariato sia internazionalistico nei fini. Ma all'internazionalismo nei fini è strettamente collegato l'internazionalismo nei mezzi: e, come si è visto, questo se- - condo aspetto dell'internazionalismo si basa sul fatto che le condizioni stesse della società capitalistica non possono che alimentare le tendenze alla collaborazione e alla convergenza dell'azione proletaria. E piu la crisi storica del capitalismo sollecita l'azione proletaria, piu questa azione si estende e si universalizza, e piu diviene concreta la esigenza di un coordinamento di questa azione nella forma organizzativa dell'Internazionale. t da notare che questa esigenza non contrasta affatto con l'altra, cioè quella di tener conto delle particolarità di sviluppo e delle particolarità di situazioni nei singoli paesi. Un'organizzazio~e operaia internazionale - basata sul centralismo democratico e non sul monolitismo burocratico - non potrebbe non tener conto di queste particolarità e pretendere di imporre dovunque una medesima tattica e una medesima strategia. L'esperienza dei primi anni della III Internazionale - qualora venga studiata seriamente e lasciando da parte ogni preconcetto - apporta incontestabilmente argomenti in favore della realizzabilità di una simile concezione dell'internazionalismo; e d'altra parte non è possibile ignorare che nella situazione attuale le condizioni oggettive favorirebbero, molto piu che nel 1919, la costituzione di un'Interna~ionale in cui fosse escluso il predominio di un settore nazionale su tutti gli altri. Un solo esempio può dare un'idea dei possibili risultati concreti di un ·coordinamento internazionalistico delle lotte proletarie e anti-imperialistiche, pur sulla base delle differenziazioni necessarie. Nessuna organizzazione internazionale degna di questo nome potrebbe affermare che il proletariato francese e le masse algerine debbano avere in questa fase gli stessi obiettivi e gli stessi metodi di lotta. Ma se, pur tene~do conto di queste diversità insopprimibili, un organismo ptoletario internazionale avesse potuto coordinare l'azione degli operai francesi con la lotta del movimento di liberazione algerino, a quest'ora la guerra in Algeria sarebbe finita con la resa o la disfatta del coloni~lismo e ciò avrebbe favorito enormemente la stessa lotta del proletariato in Francia. Il fatto che in questa occasione l'internazionalismo reale sia venuto meno, che esso si sia trasformato presso i « socialisti >> alla Mollet nella capitolazione di fronte alla parte piu reazionaria del capitalismo internazionale, e si sia ridotto a vuota fraseologia presso i seguaci di Thorez· - che hanno votato, non lo si dimentichi, i poteri speciali - ha già avuto ed avrà pesanti conseguenze sia per la battaglia degli algerini, che è stata resa piu lunga e piu grave di sacrifici, sia per la lotta degli operai francesi, che attraversa un periodo di grave depressione 1 . Da quanto precede deriva che la IV Internazionale non si sogna di contestare le « vie nazionali », nel senso che essa non ha mai creduto e:1duno schema valido 1 Gli avv:enimenti di maggio - sopraggiunti dopo che questo articolo era già stato scritto - confermano ovviamente tale valutazione. Biblioteca Gino Bianco ..
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