Cogestione in Germania 357 cifiche sfere di competenza sottratte all'interferenza degli altri componenti l'organo direttivo. Tale sviluppo deriva probabilmente non soltanto dalla specifica qualificazione tecnica del direttore del lavoro, designato dall'organizzazione sindacale dei lavoratori, e dalla sua particolare posizione di portavoce dei lavoratori stessi, ma anche dalla politica generale della classe padronale, interessata a restringerne l'attività nel campo sociale e nelle questioni del personale, facendone quindi un doppione degli strumenti di azione sindacale già esistenti; a ciò si aggiunga l'orientamento della stessa classe operaia, che al direttore del lavoro finisce per chiedere quanto, e non piu, egli è in grado di ottenere nell'attuale strutturazione dei rapporti capitalistici. Risultato di questa evoluzione e deviazione degli obiettivi fissati in ori- . gine, che caratterizzano a ben vedere uno sviluppo abbastanza_ logico, date certe premesse di carattere generale, è stato lo spostamento di tutta l'attività e di tutti gli interessi del direttore del lavoro - il quale è soggetto tra l'altro a facili ricatti da parte degli altri condirettori - dalla gestione econon1ica complessiva dell'impresa alle questioni piu particolarmente relative ai salari e alle condizioni di lavoro, con una riproduzione nell'ambito dell'organo direttivo dell'impresa della difesa particolaristica di interessi di categoria. Nel campo propriamente economico i poteri dei direttori del lavoro si sono rivelati in definitiva illusori, al punto che i direttori stessi si sono trovati costretti a ripiegare nella difesa e nella rappresentanza di interessi già tutelati in sede sindacale. In questa situazione è bensf risultata ulteriormente potenziat~ la tutela di determinati diritti e interessi dei lavoratori, anche perché, pur di avere mano libera in altri settori piu importanti dal punto di vista generale, gli altri condirettori sono disposti a fare qualche concessione nel can1po sociale. Ma è altrettanto indubbio che la classe operaia in definitiva ha rinunciato o è stata costretta a rinunciare a quella limitata incidenza economica che la legge pur le consentiva; da questo punto di vista sufficientemente esplicita appare la conclusione del Blumenthal secondo cui « l'esperienza delle compagnie. dell'industria dell'acciaio porta alla conclusione che i direttori e i rappresentanti del lavoro si sono adoperati in modo piuttosto efficiente per promuovere gli interessi dei lavoratori, nonostante la loro posizione anomala come partecipanti alla gestione». Un altro aspetto che concorre alla valutazione negativa dell'esperimento della cogestione riguarda ancora la posizione dei rappresentanti dei lavoratori e i rapporti esistenti tra essi e la classe operaia. Si tratta cioè del rimprovero loro mosso dalla base lavoratrice di essersi messi praticamente al servizio dell'impresa capitalistica; ma qui a nostro avviso non si tratta soltanto di un'imputazione di carattere personale, che colpisce i lauti compensi dei ·membri del consiglio di amministrazione e la tendenza a creare tra i rappr~sentanti dei lavoratori una ristretta oligarchia di privilegiati pratica23 Bi"blioteca Gino Bianco
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