Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

, Enzo Collotti ciente partecipazione alla gestione economica delle imprese. Anche qui bisogna partire dagli obiettivi ripromessisi dai sindacati, secondo la concisa definizione datane dal Pottho.ff: « I sindacati non considerarono la Mitbe• stimmung al fine di compartecipare ad alcuni consigli di amministrazione. Il senso piu profondo delle loro istanze consisteva nel conseguire un nuovo rapporto di ìorze tra capitale e lavoro. Infine essi intendevano sottolineare ancora una volta e con tutta chiarezza la necessità di un ordinamento sociale dell'economia >>. Allo stato attuale delle cose, recenti ricerche analitiche e testimonianze, pur partendo da punti di vista e interessi fondamentalmente opposti, concordano nel circoscrivere gli aspetti positivi dell'espe- .rienza della cogestione entro limiti ben precisi 1 • In sost4nza, il problema di fondo dei rapporti di forza tra la vecchia struttura capitalistica e le nuove rivendicazioni della classe operaia non ha subito alcuna pratica alterazione : sul piano strutturale e della direzione generale dell'economia la rappresentanza operaia nei consigli di amministrazione non ha portato alcuna innovazione. Non solo la classe operaia si è vista porre in una condizione di inferiorità nei confronti dei rappresentanti padronali per rimposs1bilità di trovare personale tecnicamente qualificato in grado di tener testa agli espone~ti del capitale, ma soprattutto il mancato collegamento a livello superaziendale della Mitbesizmmung ha impedito lo sviluppo e l'incidenza di questo istituto su scala unitaria e nazionale. Il primo limite alla cogestione deriva quindi anzitutto dalla sua frantumazione e riduzio11e a liveHo aziendale, che significa l'eliminazione in partenza delle possibilità di sviluppare per suo tramite una forma di co11trollopubblico dell'economia. - Questa constatazione di carattere generale per quanto riguarda i consigli di amministrazione trova di fatto confer1na nell'esperienza dei direttori del lavoro, i qual~ in teoria costituiscono gli unici veri strumenti di iniziativa operaia nelle aziende. Come abbiamo già visto i direttori del lavoro dovrebbero condividere con gli altri me1nbri dell'organo direttivo la gestione collettiva dell'impresa. In pratica, l'esperienza dimostra invece una profonda modificazione nell'esercizio delle loro originali attribuzioni (le osserva~ioni riportate al riguardo dal Blumenthal per l'industria dell'acciaio sembrano in linea di massima estensibili in un ambito piu generale a tutti i rami di industria interessati dalla cogestione), nel senso che piu che. a una gestione comune con decisioni unitarie tra i membri della direzione si è pervenuti a un compromesso, in virtu del quale si attua tra i direttori una ripartizione di compiti _in origine non prevista, creando per ciascuno di essi spe- . 1 Alludiamo principalmente alla seria ricerca di W. M. BLUMENTHAL, Codetermination in the German Steel Industry. A report of Experience, Princeton University, 1956, e all'articolo di A. P1zzoRNo, Sindacalismo tedesco e riformismo istituzionale, nella. rivista « Opinione », 1956, n. 3, pp. 42-46. Biblioteca Gino Bianco

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