35° Enzo Collotti ziali della Re!)ubblica, prima che fosse decisamente imboccata la via della restaurazione borghese sotto la pressione della socialdemocrazia maggioritaria e dei pilastri del vecchio ordine sociale, prontamente ripresisi dopo il disorientamento del 9 novembre. E' chiaro che sin da allora, ed anzi proprio allora, il movimento per i consigli operai mirava ad attribuire ai consigli un potere direttivo e quanto meno di condirezione della vita economica tedesca. Si trattava cioè di un obiettivo prettamente rivoluzionario che, al di là di una incidenza sporadica ed episodica sul piano aziendale, postulava un'impostazione classista e radicalmente innovatrice di tutta la politica e la struttura economica su scala nazionale. Non per nulla consigli operai e socializzazione furono le parole d'ordine della rivoluzione di novembre. Ma il tentativo, debole e disordinato, di battere in breccia le forze della controrivoluzione e della restaurazione falH. Rientrato nell'alveo della legalità tradizionale, il movimento dei consigli fu svuotato di ogni fermento pericoloso per la tranquillità dell'ordine borghese e fu piegato da strumento eversore e rivoluzionario, da strumento di lotta di classe, a strumento di collaborazione di classe. La sua incidenza fu circoscritta dal piano della politica generale al livello della politica aziendale, e nell'ambito di quest'ultima sostanzialmente alla cura degli interessi sindacali dei lavoratori, nonostante la Costituzione di Weimar prevedesse esplicitamente la partecipazione su base paritaria di operai e impiegati da una parte e di imprenditori dall'altra alla « regolamentazione delle condizioni di salario e di lavoro )), nonché allo « sviluppo economico complessivo delle forze produttive)). A q~esto scopo la Costituzione stessa prevedeva anche un sistema di cooperazione tra le due parti al di sopra del livello aziendale culminante, attraverso organismi intermedi, in un Consiglio economico del Reich, dotato di inizi~tiva legislativa nel campo della politica economica e sociale. . Qualcosa quindi delle primitive istanze del movimento dei Consigli e delle masse rivoluzionarie era pur rimasto nella Costituzione di Weimar, ma questi deboli residui delle velleità rivoluzionarie furono definitivamente spazzati via dalla prassi politica degli anni successivi. In essa rientrava anzitutto quella legge sui consigli di azienda, Betriebsrategesetz, del 4 febbraio 1920, che mentre attribuiva ai consigli determinate funzioni sul piano delle questioni sociali e personali e dei rapporti tra imprenditori e maestranze dipendenti, nel campo economico si limitava a riconoscere ai consigli un generico potere di informazione sulla situazione dell'azienda 1 • In virtu di questa legge, che in sostanza circoscriveva il campo di ~ttività dei consigli 1 Le disposizioni principali di questa legge sono riprodotte ora in W. W1MMER, Das Betriebsrategesetz von 1920 und das Blutbad vor dem Reichstag, Berlin 1957 (a cura dell'Istituto. di marxismo-leninismo del CC della SED). Biblioteca Gino Bianco
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