Realtà italiana « GUERRA DI RELIGIONE>> Molti furono nei primi giorni dopo la condanna del vescovo di Prato i commenti dedicati dalla stampa alla inattesa soluzione giudiziaria del «caso>>. Ma è poi sembrato che l'e1nozione suscitata dalla sentenza andasse spegnendosi piuttosto rapidamente, sia per volubilità o stanchezza dell'opinione pubblica, sia, e soprattutto, per l'interesse dimostrato da piu parti politiche a smorzare i toni della polemica. È invece nostra opinione che non sia inattuale esporre, ancor oggi, alcune considerazioni che l'episodio sugge- . r1sce. Prima fra tutte quella che il coraggio civile dei giudici fiorentini è servito a scuotere il clima di « regime >>che il partito dominante veniva ogni giorno di piu imponendo al paese, ora a dosi omeopatiche, ora con grossolani giri di vite, e che il paese ormai sembrava disposto ad accogliere come una fatalità. I giudici di Firenze hanno dimostrato che non è vero che « quelli possono fare ormai quello che vogliono», perché l'uso corretto degli strumenti giuridici che la costituzione offre ai cittadini concede ampie possibilità di resistenza ai tentativi di sopraffazione clericale. Si è trattato di qualcosa di simile a uno choc psicologico, i cui effetti è sembrato si diffondessero con una certa rapidità, dal telegramma di solidarietà del ministroCar \i a Peyrefitte ad altre sentenze della magistratura, come quella della. corte d'appello- di Catania che ha annullato la condanna inflitta dal tribu-- nale d_i Siracusa a una « concubina >>che aveva reagito agli insulti di un parroco. È in questo quadro che va vista anche la riaffermazione della indipendenza della magistratura, di cui hanno paradossalmente preteso di menar vanto coloro che avevano cercato, senza riuscirvi, di conculcarla. Principio di indipendenza che, per l'uso ipocrita che piu volte se ne era fatto, ri-- schiava di essere, dalla coscienza comune, relegato nel campo delle astrazioni scolastiche, quando non era ormai considerato con palese scetticismo, ma che ora, rotto l'incantesimo del « regime >>, ha mostrato di poter essere una forza operante in un piu ampio quadro che richiami ai propri doveri civici tutti coloro, giudici, amministratori, giornalisti, uomini politici, che tendevano ormai a considerare inutile ogni presa di posizione anticonformista .. Perché questo senso di apertura avvertito da strati larghissimi della popolazione non ~i ~isilluda e disperda rapidamente, o addirittura non si caBiblioteca Gino Bianco
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